Aeroporti, nuovo schiaffo dall’Europa

Il modello italiano di attrazione dei flussi turistici ha bisogno di un rilancio degli investimenti negli aeroporti. Invece finora il Governo non ha avuto un orientamento  strategico univoco, anche si è prefigurato anche un taglio drastico agli scali minori. Per un Paese come l'Italia lo sviluppo e la valorizzazione degli scali aerei dovrebbe invece essere essenziale. Il caso Puglia, che ha spostato ingenti risorse regionali per svilupare la capacità attrattiva con l'incremento del trasporto aereo low cost (ed anche crocieristico) è emblematico. Lo sviluppo degli aeroporti è una delle condizioni di fondo per far decollare finalmente una industria turistica omogenea nel Paese e superare il divario tra città d'arte e aree sistema avanzate come Adriatico e Nord-Ovest, e il resto d'Italia (il Sud conta ancora troppo poco).

Ancora una volta dall'Europa arriva un monito e un sostanziale di schiaffo che dovrebbe farci riflettere. E dovrebbe indurre il Governo e le Regioni a sviluppare una strategia degna di un Paese che pone lo sviluppo dell'industria turistica in cima all'agenda, sciogliendo nodi strutturali come quello dei diritti aeroportuali, sui quali ha pesato non a caso il dossier Alitalia.

Di seguito il resoconto Asca delle valutazioni critiche sul caso Italia da parte dell'Associazione europea degli aeroporti.

  

(ASCA) – Roma, 7 apr 2014 – L'incertezza relativa alla
disciplina sui diritti aeroportuali continua a condizionare
gli aeroporti in Italia, impattando negativamente sulla loro
capacità di modernizzare e sviluppare le infrastrutture a
servizio del passeggero e impedendo, in ultima analisi, di
fornire un' essenziale spinta alla ripresa economica e alla
creazione di nuovi posti di lavoro. Lo afferma ACI Europe,
l'associazione degli aeroporti europei, che evidenzia in una
nota come «dopo 10 anni di paralisi nel corso dei quali le
tariffe sono state sostanzialmente congelate con il fine
specifico di proteggere l'ex compagnia di bandiera, i
contratti di programma firmati per gli aeroporti di Roma,
Milano, Venezia, Catania e Palermo hanno segnato un
importante progresso per il settore«. Ad ogni modo, per ACI
Europe «la situazione rimane critica per la grande
maggioranza degli altri aeroporti, dovendo le competenze
della nuova Autorità dei Trasporti essere ancora pienamente
definite«.
Intervenendo oggi ad un evento organizzato dall'Enac
proprio sulla questione dei diritti aeroportuali, Olivier
Jankovec, direttore generale di ACI Europe ha affermato che
«il sistema regolatorio in materia tariffaria si é
dimostrato fortemente inefficiente«. «Nonostante
l'encomiabile lavoro svolto da Enac – ha aggiunto -, il
settore aeroportuale ha sofferto della nociva combinazione
tra una eccessiva burocrazia, un' interferenza politica e una
inadeguata rispondenza alle esigenze di un mercato altamente
competitivo. Non si comprende perché la totalità degli
aeroporti sia soggetta ad una disciplina che non tiene alcun
conto dei diversi gradi di potere di mercato dei gestori
aeroportuali in Italia. Il settore ha bisogno ora più che
mai di un regolatore unico in grado di svolgere il suo ruolo
in piena autonomia, contando su adeguate risorse ed
expertise, con l'obiettivo di ridefinire la normativa sui
diritti aeroportuali.« «La nuova regolamentazione, infatti
– ha infine evidenziato Jankovec – dovrebbe riflettere la
realtà e le dinamiche del mercato, assicurare certezza
giuridica e garantire l'autonomia imprenditoriale dei
gestore, inclusa la facoltà di promuovere la crescita del
traffico attraverso politiche di incentivazione che non siano
condizionate da ingiustificati processi burocratici. In un
mercato paneuropeo, gli aeroporti italiani e i loro
investitori meritano la stessa libertà commerciale di cui
godono i loro competitors europei«.

  • Smitha916 |

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