La Via della Seta e l’intelligence economica

Lo sviluppo della presenza cinese nel mondo trova ogni giorno collocazione sulla stampa mondiale (nella foto i presidenti di Usa e Cina, Donald Trump e Xi Jinping). L’Italia ha un ruolo chiave come paese destinatario di investimenti diretti e di accordi vista la posizione strategica nell’ambito del commercio internazionale tra Oriente e Occidente. In particolare, le relazioni tra Roma e Pechino sono interessate da un grande progetto denominato la Via della Seta che la Cina sta promuovendo e che mobilita iniziative e investimenti. E suscita anche delle riflessioni sui livelli degli interessi nazionali come sottolinea un recente lavoro di ricerca effettuato da Davide Acquaviva, giovane capitano dei Carabinieri, realizzato nell’ambito del Master in intelligence dell’Università della Calabria, con la supervisione di Lucio Caracciolo. La comprensione delle dinamiche dei mercati va di pari passo con il discernimento degli interessi in gioco. Il tutto proiettato sugli equilibri geo-politici e sugli assetti tecnologici e militari. Gli Stati Uniti, storico alleato dell’Italia e punto di riferimento nella Nato, hanno imboccato una strada di confronto diretto con Pechino. La posizione dell’Europa, che sta cerando di costruire un sistema Ue di difesa, è più flessibile. La  Nato guarda con attenzione al confronto con la Russia e l’Est Europa, scossa da focolai di conflittualità, e al Medio Oriente. Un passaggio cruciale sarà costituito dal disimpegno militare occidentale nell’area afgana. Intanto Pechino va avanti, nel Mediterraneo, in Europa, in Africa come in Sud America. Il lavoro di Acquaviva ricostruisce i tasselli del puzzle geo-politico con un occhio attento alle problematiche della comprensione degli scenari e alla individuazione delle tendenze di fondo. Da ciò il ruolo chiave dell’intelligence economica.