Cultura, turismo, fruizione della città, valore aggiunto sul territorio. Un modello che Milano dovrebbe perseguire con il turbo dopo l’Expo del 2015. Il successo della manifestazione Miart, l’apprezzamento in Usa e le nuove opportunità per il direttore Vincenzo de Bellis, sono una cartina tornasole importante. Al punto tale che il Comune di Milano, ad esempio, dovrebbe riflettere sul necessario riassetto dei poli museali del Novecento e del Pac. Così come i candidati a sindaco dovrebbero sviluppare una proposta chiara su cultura e turismo. Una proposta che metta al primo posto le sinergie tra poli civici, privati e statali che vedono un punto di riferimento internazionale nella Galleria di Brera. Modello Palazzo Strozzi per Brera? Ci si potrebbe chiedere. Forse – possibile risposta- è una delle strade opportune così come rilevante è il confronto con il polo torinese. I segnali del Miart dicono che a Milano cultura, arte, turismo, fashion e design sono elementi chiave della produzione di valore e dovrebbero essere incentivati al massimo.
Di seguito la nota di chiusura del Miart che ha alimentato numerosi eventi anche in centro città.
Con un incremento del 10% degli ingressi e con un programma di eventi in città che ha registrato ovunque il tutto esaurito, Miart chiude con quasi 45mila visitatori nel sito di Fieramilanocity riportando Milano tra le capitali internazionali dell’arte moderna e contemporanea.
Nelle quattro giornate di apertura miart ha superato il tetto dei 45.000 visitatori, con un incremento del 10% di ingressi rispetto all’edizione 2015. Particolarmente significativa la crescita dei collezionisti (+15%) che hanno affollato gli stand del polo fieristico di viale Scarampo, con presenze sempre più numerose di collezionisti provenienti da Svizzera, Gran Bretagna, Francia, Germania, Belgio, Stati Uniti e Canada. Importante anche l’aumento della presenza di giornalisti (+11%) italiani e soprattutto stranieri (10% del totale), con un incremento significativo di inviati da Corea, Hong Kong, Giappone, Dubai, Stati Uniti, Gran Bretagna, Spagna, Germania, Francia e Belgio.
Sono 154 le gallerie internazionali – provenienti da 16 paesi (Austria, Belgio, Corea, Danimarca, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Irlanda, Italia, Norvegia, Repubblica Slovacca, Spagna, Stati Uniti, Svizzera, Uruguay) – che hanno partecipato a questa ventunesima edizione della fiera, rappresentando il meglio dell’arte moderna, contemporanea e del design a edizione limitata. Cinque le sezioni: Decades, a cura di Alberto Salvadori, che con le sue 9 gallerie ha proposto un percorso lungo il Ventesimo secolo secondo una scansione per decenni; Established, che ha raccolto 99 espositori – suddivisi nelle sottosezioni Master, per le gallerie che propongono artisti storicizzati, e Contemporary, dedicata alle gallerie specializzate nel contemporaneo; Emergent, a cura di Nikola Dietrich, dedicata a 16 gallerie internazionali focalizzate sulla ricerca delle giovani generazioni, di cui 11 straniere; THENnow, a cura di Jarrett Gregory e Pavel Pyś, che ha presentato 8 coppie di gallerie nelle quali sono stati messi in dialogo un artista storico e uno appartenente a una generazione più recente; e infine Object, a cura di Domitilla Dardi, dedicata a una selezione di 14 gallerie attive nella promozione di oggetti di design contemporaneo concepiti in edizione limitata e fruiti come opere d’arte.
“Gli ottimi risultati di Miart – afferma Corrado Peraboni, amministratore delegato di Fiera Milano – sono la conferma di una attenta selezione delle gallerie e di un affinamento del format della manifestazione. I galleristi ci hanno confermato la validità di questa scelta, sottolineando di aver aumentato le vendite e di aver incontrato collezionisti competenti e del giusto profilo. Tutto questo arricchito dalla folta presenza di un pubblico di appassionati d’arte. Concludo con un plauso ai tanti eventi e progetti speciali presentati in città che hanno fatto di questa edizione un happening unico di cultura e intrattenimento per il mondo dell’arte moderna e contemporanea a testimonianza del modello vincente di quanto fatto da Expo, evento che produce ancora benèfici effetti sulla città”.