Le Pmi hanno bisogno di finanza dedicata per crescere. Il sistema Slow food, oggi abbastanza articolato, è composto prevalentemente da micro-realtà su base territoriale che hanno bisogno di sostegni finanziari mirati. In questi giorni è stato siglato un accordo per far crescere proprio i supporti finanziari alle impese.
Di seguito la nota sull’iniziativa presentata in questi giorni a Milano.
Garnell – gruppo milanese attivo nella finanza d’impresa e nella consulenza a grandi investitori – e Slow Food Italia scommettono sulla nascita di Agrifood One, un fondo di investimento destinato a promuovere e a valorizzare l’economia reale, l’innovazione e la sostenibilità nell’ambito del settore agroalimentare italiano.
La strategica partnership è stata ufficializzata dall’ad Garnell Filippo La Scala, da presidente onorario di Slow Food Italia Roberto Burdese e da Giacomo Mojoli, Thinking Designer.
Il fondo d’investimento Agrifood One punta a indirizzare risorse economiche nelle piccole e medie imprese italiane, attive nel settore agroalimentare, con l’obiettivo di sostenere processi virtuosi di crescita e di potenziare il Made in Italy sui mercati esteri.
In questo singolare progetto, Slow Food Italia interagirà strategicamente con Garnell, attraverso il suo multidisciplinare apporto culturale, con una specifica consulenza nel verificare la sostenibilità economica, sociale e ambientale dei potenziali progetti d’investimento. Oltre ai tradizionali indicatori di performance del fondo, saranno infatti sistematicamente valutati anche gli impatti ambientali, sociali e di “buon governo” generati dagli investimenti attraverso la produzione di indicatori di performance non monetarie di immediata comprensione.
Garnell – che ha recentemente ottenuto da Banca d’Italia il via libera a operare come Società di gestione del Risparmio (SGR) – con Agrifood One si candida a diventare leader tra i fondi di private equity focalizzandosi sulle opportunità presenti nella filiera agroalimentare. Obiettivo comune con Slow Food sarà quello di promuovere una concezione dell’impresa che tiene al centro l’uomo: il profitto dell’azienda deve integrare il bene della sua comunità di stakeholder – azionisti, lavoratori, clienti, fornitori – e i principi di sostenibilità economica, sociale, ambientale, in un’unione che garantisca il successo nel medio-lungo periodo.
Investire in questo settore significa:
Puntare sulla crescita della redditività e sullo sviluppo dei benefici sociali e ambientali che l’agroalimentare può generare nel nostro Paese
Accedere a un portafoglio di investimenti diversificato: dalla produzione agricola alla trasformazione alimentare, dalle macchine per la produzione e la trasformazione alla distribuzione
Mobilitare e mettere a frutto i capitali inagiti per sostenere direttamente le imprese nei processi di crescita, sviluppo e innovazione
«Ormai da molti anni Slow Food ragiona sulla funzione che l’economia reale e la finanza possono avere in una società che ricerca il buono e il giusto – ha dichiarato Burdese – . Non a caso, da diverse edizioni di Terra Madre parliamo di slow money. Finalmente attraverso questo progetto avremo la possibilità di passare dalle parole alla pratica, mettendo la nostra esperienza e la nostra visione del cibo al centro di un laboratorio, con un ruolo attivo e, per certi versi, pragmaticamente sperimentale». «Siamo molto curiosi di vedere che cosa accadrà – ha proseguito Burdese – sempre con la volontà di poter dinamicamente aiutare aziende virtuose del settore alimentare a crescere e migliorare».
«Gli investimenti, lo sviluppo e la produzione agroalimentare devono puntare a un’armonia complessiva e al benessere globale di tutti gli “attori” – ha aggiunto Mojoli – . L’economia reale agisce sulla base di un pensiero lungo nel tempo, integrandosi con le comunità, il contesto sociale e territoriale; il tutto attraverso un approccio reciproco, da parte di Garnell e Slow Food, aperto all’ibridazione e alla trasversalità delle reciproche discipline».
«Investire nell’economia reale ci consente di offrire agli investitori ritorni adeguati rispetto al livello di rischio assunto e la possibilità di diversificare su una asset class che contribuirà sempre di più ad incrementare i rendimenti e la loro stabilità. Si tratta, inoltre, di investimenti che non soffrono delle continue oscillazioni dei mercati finanziari, la cui volatilità è da tempo molto elevata, indice della loro sempre più alta rischiosità – ha concluso La Scala –. La nostra aspirazione è quella di mettere qualsiasi investitore nelle condizioni di valutare gli impatti generati dagli investimenti nell’economia reale, consentendogli in tal modo di indirizzare i risparmi con consapevolezza verso le forme di investimento più redditizie e più coerenti con i propri obiettivi e le proprie aspettative».