Sharing economy, affitti turistici: dilagano stime, ricerche e anche polemiche. Di seguito l’ultima nota di Airbnb su quanto vale il mercato in Italia.
Nuovo studio di impatto economico: oltre 4 miliardi di euro nel 2016 l’impatto della community di Airbnb sul PIL
● Gli Host italiani hanno guadagnato un totale di 621 milioni di euro nel corso degli ultimi 12 mesi condividendo le loro case
● Gli ospiti di Airbnb hanno speso oltre 3,5 miliardi di euro presso realtà economiche locali durante la loro permanenza
● 5.6 milioni di visitatori sono arrivati nel nostro paese con Airbnb nel 2016
ROMA, 20 Maggio 2017 – Airbnb ha annunciato oggi la conclusione di un nuovo report sugli impatti economici positivi della community italiana nel 2016.
Il rapporto di impatto economico include tutti i viaggi prenotati in Italia da Gennaio a Dicembre 2016 e dimostra un impatto generato sulle attività economiche in Italia di 4,1 miliardi di euro nel corso dell’ultimo anno; il calcolo è basato sul guadagno totale degli host pari a 621 milioni di euro in aggregato nel 2016 e 3,5 miliardi di euro di spese stimate.
A beneficiare dell’impatto di Airbnb sono quindi comunità, attività commerciali locali e luoghi di attrazione turistico-culturale insieme alle tante famiglie e proprietari di casa che possono trasformare l’abitazione da un costo a una possibilità di piccoli guadagni. Naturalmente, a beneficiarne è l’intero indotto turistico e dell’accoglienza, specie nelle aree solitamente meno visitate.
Alcuni degli aspetti di maggior interesse dello studio:
● La community di host e guest di Airbnb stimola nuova e sostenibile crescita economica – La community ha infatti stimolato un impatto generato sul PIL in Italia di 4,1 miliardi di euro nel corso dell’ultimo anno, dato dalla somma dei guadagni degli host e delle spese dei viaggiatori.
● La community Airbnb aiuta a far crescere democratizzare il turismo – Gli host su Airbnb hanno accolto 5,6 milioni di host nel corso del 2016, in forte crescita dai 3,6 milioni nel corso del 2015. La grande maggioranza di questi sono europei (circa il 70%) e oltre un Quinto dal Nord America (17%)
● Gli host di Airbnb sono la classe media in cerca di nuove opportunità – Degli oltre 121,000 host italiani presenti su tutto il territorio e che hanno affittato lo scorso anno, il tipico host in Italia affitta la propria stanza o casa per 23 giorni all’anno per un guadagno di €2,200. In larga parte, questi guadagni hanno permesso agli italiani di integrare il loro reddito e mantenere la proprietà delle loro case. L’età media degli host è di 44 anni ed in media hanno vissuto per circa 33 anni nel loro paese di residenza.
● Chi viaggia con Airbnb cerca un’esperienza di viaggio autentica e locale – Gli utenti di Airbnb rimangono in media 3,6 notti per viaggio; oltre il 90% di loro ha affermato di aver scelto Airbnb perché alla ricerca di un’esperienza più autentica e 3 su 4 perché alla ricerca di una possibilità di conoscere meglio il quartiere/area del soggiorno
Matteo Stifanelli, Country Manager Airbnb Italia, ha dichiarato:
“Contrariamente ai numeri deliberatamente svianti e in qualche caso fantasiosi rilasciati la scorsa settimana da una delle associazioni di categoria degli albergatori, lo studio – basato su numeri ufficiali – dimostra in maniera netta l’impatto positivo di Airbnb sull’economia nazionale, il suo potere redistributivo in favore della classe media e dei business locali. Esplorando l’Italia in un modo nuovo ed emozionante, gli ospiti di Airbnb possono creare autentici legami con le persone del luogo, vivendo esperienze uniche e visitando luoghi fuori dai percorsi turistici più battuti.
La community di Airbnb è innamorata della possibilità di condividere la propria casa e l’ospitalità è da sempre un punto di forza per gli Italiani. Piuttosto che limitare questa diritto inventando lacci e lacciuoli inutili e dannosi ai tempi dell’innovazione tecnologica e digitale come sta avvenendo in queste ore, Governo e Parlamento dovrebbero aprire gli occhi sui benefici che Airbnb porta alla fragile crescita economica ed alla classe media.”