Lettera aperta al ministro Dario Franceschini affinché trasformi in fretta l’Italia in una gay destination. Il tema delle potenzialità del turismo Lgbt nel mondo e in Italia, in particolare, è stato al centro di recente della Bit di Milano, cui Enit e Mibact hanno fornito un supporto strategico, con seminari, ricerche e approfondimenti. Nel frattempo il turismo Lgbt è diventato bandiera di Israele che sta vivendo un boom senza precedenti. E l’Italia? Di certo i grandi flussi Lgbt si indirizzano altrove, dagli Stati Uniti all’Australia, dalla Spagna a Israele, come detto. Un appello arriva dal mondo fashion. E se ne fa interprete Vogue espressione del gruppo Condé Nast.
Come sottolinea una nota, Vogue Italia si rivolge a Dario Franceschini,ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo, con una lettera aperta per sensibilizzarlo sulla scarsa considerazione che l’Italia dedica al turismo LGBT (Lesbian, Gay, Bisexual & Transgender) rispetto ad altri Paesi europei. Il nostro Paese, tramite i propri canali ufficiali, ignora gli oltre 35 milioni di potenziali ospiti gay con un grande danno patrimoniale nonché di immagine, considerando che per l’Onu i paesi più dichiaratamente friendly si posizionano come campioni dei diritti umani nel senso più largo. Digitando “LGBT” nei motori di ricerca dell’Agenzia nazionale del turismo (Enit.it) e di Italia.it i risultati sono pari a zero: è il segno di una mancata strategia dell’accoglienza. Secondo l’agenzia dell’Onu World Tourism Organization, che ha pubblicato i dati emersi dal secondo Global Record of LGBT Tourism, la cifra che i viaggiatori arcobaleno spendono ogni anno nel turismo è pari a 170 miliardi di euro. Paesi come Spagna e Inghilterra, infatti, da anni hanno adottato una politica atta a favorire il turismo LGBT, con un giro di affari pari a 15 miliardi. “Ministro, ci dia retta: trasformi l’Italia in una gay destination e lo faccia in fretta. L’Italia sta sprecando un’occasione”.