La riforma dei musei in Italia e i risultati raggiunti fanno scuola in Gran Bretagna, mentre il Governo prepara un piano per promuovere l’interesse verso l’Italia attraverso la letteratura. Nel corso della visita istituzionale a Londra, il ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini (nella foto) ha incontrato i direttori di alcune tra le principali istituzioni culturali britanniche, per illustrare l’evoluzione della riforma del sistema museale italiano, come spiegano al Mibact. “La riforma dei musei sta dando importanti risultati in termini di ammodernamento del nostro sistema museale, che si sta finalmente avvicinando a quello internazionale. Ci sono ancora degli aggiustamenti da fare, ma in questi quasi tre anni sono stati compiuti passi molto significativi”. I direttori inglesi hanno manifestato il proprio apprezzamento per la riforma italiana e per la velocità con cui è stata realizzata. Erano presenti: Frances Morris, da pochi mesi a capo della Tate Modern, che ha da poco inaugurato un nuovo edificio disegnato dall’architetto svizzero Herzog e che dedicherà una importante retrospettiva a Modigliani il prossimo autunno; Gabriele Finaldi, direttore anglo-italiano della National Gallery, che ha appena chiuso un’esposizione su Caravaggio e i Caravaggeschi (‘Beyond Caravaggio’) e ha aperto il 24 gennaio scorso una nuova mostra sul rapporto tra Michelangelo e Sebastiano dal Piombo; Bill Sherman, responsabile per le collezioni e la ricerca scientifica del Victoria & Albert Museum, che segue anche i rapporti bilaterali tra V&A e istituzioni italiane dopo le dimissioni, lo scorso ottobre, del Direttore Martin Roth e in attesa che il deputato laburista Tristram Hunt lasci il proprio seggio per prendere le redini del museo; il V&A nel 2016, in collaborazione con lo Staaliche Museen zu Berlin, ha ospitato la mostra ‘Botticelli Reimagined’, con una ventina di opere del Maestro fiorentino; il Responsabile della Quadreria reale, Desdmond Philip Shaw Taylor; il Vice Direttore del British Museum, Jonathan Williams, che ha organizzato lo scorso anno la mostra ‘Sicily: Culture & Conquest’ dedicata alla Sicilia greco-romana e normanna; Roberta Cremoncini, direttrice dal 2001 della Estorick Collection of Modern Italian Art. La Estorick riveste un ruolo importante nel promuovere la conoscenza dell’arte delle Avanguardie italiane del primo Novecento e di importanti artisti del Secondo Dopoguerra – trattandosi dell’unico museo in Gran Bretagna interamente dedicato all’arte italiana del periodo dal 1890 agli anni Cinquanta.
Con 44,5 milioni di visitatori è nuovo record per i musei italiani, in 3 anni +6 milioni di biglietti e +45 milioni di incassi. “I dati 2016 – ha sottolineato Franceschini – segnano un nuovo record per i musei italiani. I 44,5 milioni di ingressi nei luoghi della cultura statali hanno portato incassi per oltre 172 milioni di euro, con un incremento rispettivamente del 4% e del 12% rispetto al 2015 che corrispondono a 1,2milioni di visitatori in più e a maggiori incassi per 18,5 milioni di euro. Queste risorse preziose torneranno interamente ai musei secondo un sistema che premia le migliori gestioni e al contempo garantisce le piccole realtà. Si tratta del terzo anno consecutivo di crescita per i musei statali – prosegue il Ministro – che da 38 milioni di biglietti nel 2013 sono passati a 44,5 milioni nel 2016: 6 milioni di visitatori in più in un triennio che rappresentano un incremento del 15% nel periodo considerato e hanno portato a un aumento degli incassi pari a 45 milioni. Una crescita nella quale il Sud gioca un ruolo importante, con la Campania anche nel 2016 stabilmente al secondo posto nella classifica delle regioni con maggior numero di visitatori grazie agli oltre 8 milioni di ingressi registrati, un aumento del 14,2% sul 2015. La parte del leone – nota ancora il Ministro – la gioca senza dubbio il nostro patrimonio archeologico, se si considera che solo fra Colosseo, Foro Romano, Palatino. Museo Archeologico di Napoli, parco archeologico di Paestum e Scavi di Pompei nell’anno appena trascorso sono stati emessi circa 11 milioni di biglietti. Ma anche i musei hanno un ruolo importante, dal momento che circa la metà degli ingressi è concentrata nei musei autonomi”.
Inoltre la letteratura italiana riscuote un successo sempre maggiore in Gran Bretagna. Le traduzioni e le vendite, trainate dalla popolarità raggiunta in Regno Unito da Elena Ferrante, hanno infatti registrato negli ultimi anni un incremento notevole, perfino straordinario, se letto in rapporto allo scarso numero di autori stranieri che vengono tradotti in inglese. Franceschini ha incontrato, presso l’Ambasciata italiana a Londra, le principali case editrici attive sul mercato inglese. La delegazione era composta dai rappresentanti delle case editrici Hodder & Stoughton, Simon & Schuster, Europa Editions, MacLehose Press, Pan McMillan, Twins Editions, Profile Books, delle agenzie letterarie Andrew Nurnberg Associates, Coleridge & White, MacLehose, Servadio & Pupo-Thompson Literary Scout e di importanti associazioni, organizzazioni e agenzie di comunicazione legate a iniziative ed eventi di promozione letteraria, quali English Pen, Four Colman Getty Communications e Children’s Bookshow. L’incontro è stato un momento di riflessione sulle possibili misure che il Governo può adottare per incentivare la letteratura italiana nei paesi anglosassoni, anche prendendo spunto da iniziative già sperimentate in Italia in altri ambiti culturali, ad esempio il cinema, dove il sostegno alle coproduzioni internazionali, finalizzato a rilanciare il cinema italiano nel mondo, è già una realtà. “Vogliamo che questo sia solo l’inizio di un percorso che porti il sistema paese – ha detto Franceschini – a costruire un vero e proprio progetto per sostenere la letteratura italiana nei paesi anglosassoni. Da questo incontro sono emerse molte proposte, da cui ci attendiamo importanti sviluppi”.