Dopo 40 anni dall’ultima mostra a Milano, Edvard Munch (Norvegia, 1863 -1944) viene celebrato con
una grande retrospettiva promossa da Comune di Milano – Cultura con il patrocinio del Ministero
della Cultura e della Reale Ambasciata di Norvegia a Roma, e prodotta da Palazzo Reale e
Arthemisia in collaborazione con il Museo MUNCH di Oslo, come sottolinea una nota. Protagonista indiscusso nella storia dell’arte moderna, Munch è stato uno dei principali artisti simbolisti
del XIX secolo ed è considerato un precursore dell’Espressionismo, oltre a essere un maestro
nell’interpretare le ansie e le aspirazioni più profonde dell’animo umano. Cento opere dell’artista in esposizione a Palazzo reale fino al 26 gennaio 2025.
Nel 1928, Munch scrisse: “Non dipingo dalla natura – prendo da essa – o meglio mi servo alla sua ricca
tavola. Non dipingo ciò che vedo – ma ciò che ho visto.” Questa affermazione – ha detto Tone Hansen, direttrice del Museo Munch diOslo – indica l’esplorazione consapevole da parte dell’artista della relazione tra impressione ed espressione. Munch era straordinariamente attento a impressioni visive, suoni, colori e persino a vibrazioni nell’aria, e acutamente consapevole dei modi in cui le emozioni filtrano le nostre percezioni del mondo. Nei suoi scritti, descrive ripetutamente come la sua vista sia influenzata da sentimenti e da altre impressioni sensoriali, come il suono. Il suo iconico L’Urlo, in cui un grido silenzioso plasma il cielo visibile e il paesaggio in onde sonore, ne è un esempio particolarmente sorprendente.
Insomma a Milano con Munch alla riscoperta dell’universo culturale della Norvegia. Munch è stato un artista con importanti legami con la scena culturale francese, tedesca e italiana. Resta il senso profondo dell’osservazione e della natura che tutti noi possiamo riscoprire in Norvegia. Paese dal rapporto forte con la natura e con l’umanità. La mostra su Munch ispira dunque una riscoperta delle atmosfere norvegesi. Un viaggio in Norvegia lascia sempre più ricchi. Munch ci prende per mano e ci conduce lungo un percorso di rivalutazione della nostra sensibilità. Un percorso non facile ma stimolante e a tratti sfidante, ma un grande senso del contesto sociale non manca mai. Non ci si sente mai soli, anche quando la solitudine è in prima fila.
La Cineteca Arlecchino di Milano ospita poi un ampio programma cinematografico, artistico e musicale di accompagnamento all’intera durata della mostra a Palazzo Reale. Il programma – come si legge in una nota – prevede un doppio focus sull’artista Edvard Munch e sul panorama storico e contemporaneo del cinema norvegese.
All’interno del ricco palinsesto di eventi previsti verranno proiettati film e documentari
che racconteranno l’artista Munch – tra cui Munch di Henrik Martin Dahlsbakken (2023) e il
documentario inedito con la regia di Simona Confalonieri e Mara Moscano “SCATTI
FOTOGRAFICI di Edvard Munch”, con le fotografie inedite dell’artista provenienti dalla collezione
del museo MUNCH di Oslo. Una produzione Only Stage Production, Londra. Inoltre il programma
prevede la proiezione di film muti contemporanei all’artista della Scandinavia degli anni ’20, La
fidanzata di Glomdal (1926) e Troll-elgen (1927), oltre alla presenza di molti registi in sala e di
cineconcerti che arricchiranno alcune delle proiezioni.
Lo sguardo verso il cinema norvegese contemporaneo vedrà una retrospettiva su Joachim Trier –
il regista dietro l’acclamato film La Persona Peggiore del Mondo (2021), oltre alla proiezione di
film di registi come Dag Johan Haugerud (il regista di LOVE, di recente in concorso all’81.
edizione della Mostra del Cinema di Venezia) e Egil Håskjold Larsen, più un momento per i
ragazzi con il film Victoria must die (2024).
Il foyer dell’Arlecchino farà da cornice al programma, allestito con pezzi iconici di design
norvegese firmati Varier e fotografie del fotografo norvegese Helge Skodvin.
Una rassegna cinematografica seguirà la mostra di Munch anche nella sua tappa a Roma nel
2025, che vedrà la partnership del Cinema Troisi.