Napoli è capitale storica del turismo. La città – così come alcune aree della Campania – vive un boom eccezionale di interesse che andrebbe capitalizzato. Nel turismo è importante guardare lungo. Ed infatti alcuni elementi di fragilità emergono. Da giorni nel capoluogo partenopeo divampano le polemiche sulla gestione dello scalo marittimo e sul fatto che dal prossimo anno il settore delle crociere accuserà una flessione, si stima circa mezzo milione di crocieristi in meno per una riduzione delle navi in arrivo. Due semplici riflessioni. Intanto forse sarebbe opportuno che il porto – la cui gestione è stata assai travagliata negli ultimi tempi – avesse un raccordo molto stretto con la città visto che è dentro l’area urbana a strettissimo contatto con le aree di maggior interesse turistico. Insomma, ci vorrebbe una gestione finalizzata ad accogliere il visitatore nel migliore dei modi. Altro punto importante il raccordo con Salerno e la Costa di Amalfi. A Napoli il turismo crocieristico dovrebbe prosperare e crescere, non soffrire.
Sulla sponda adriatica confronto aperto sul turismo in Puglia, che ha di recente varato il piano strategico regionale, prefigurando una dote di una cinquantina di milioni di euro. Il ministro Franceschini ha lodato la tempestività della Regione Puglia, mentre il premier Renzi, oggi a Taranto, farà conoscere i tesori archeologici di una città tormentata dalla vicenda del polo siderurgico Ilva. Mentre il Salento si avvia a riconfermarsi come Ibiza d’Italia resta il nodo Bari, dove si soggiorna un tempo troppo breve. Ma perchè Bari non guarda all’esempio Firenze? In questi giorni si scioglie il nodo della manifattura tabacchi fiorentina, investimenti con obiettivi di turismo e shopping di grandi gruppi internazionali. A Bari ci sono spazi e volumi eccezionali da recuperare (aree militari e demaniali) insieme al polo archeologico-museale da rilanciare dopo anni di inspiegabile abbandono. Ma perchè non farne un elemento di valorizzazione turistica? Perchè non ampliare l’area dei servizi e dell’accoglienza? Bari e la Puglia hanno bisogno di investimenti. Firenze oggi è città-laboratorio, il sindaco Decaro senta il suo collega Nardella, valuti il modello gigliato. Il risanamento dei litorali urbani sia occasione di nuove iniziative, così come il recupero di caserme e manifatture nella città. Stesso discorso per Via Sparano, che dovrebbe essere salotto dei baresi ma anche dei turisti internazionali.