Vino nei ristoranti di alta qualità: Francia, Usa e Germania battono l’Italia

Il mondo del vino è complesso. Parliamo di un prodotto emblema del Made in Italy ma dobbiamo fare ancora parecchia strada. L’ultima indagine di Nomisma sulla ristorazione di qualità nel mondo, prendendo come base la classificazione Michelin, mette a nudo pregi e difetti. Nei giorni scorsi l’attenzione si è detto che l’Italia è al quarto posto nel mondo per ristoranti tristellati, che però restano solo otto, anch se c’è stata una crescita apprezzabile nella fascia a due e una stella, oltre al riconoscimento Michelin per i locali di buon livello e a prezzi accettabili. Sul fronte del vino però c’è da fare qualche riflessione e probabilmente la recente fuoriuscita dei grandi marchi del calibro di Antinori, Frescobaldi, Masi e Ferrari-Lunelli – per citarne solo alcuni – dall’Unione italiana vini riflette anche questi aspetti. I dati Nomisma sottolineano con implacabile evidenza che il prodotto italiano nella ristorazione di alta qualità è ancora perdente. Forse qualcuno potrà dire – non senza motivazioni importanti – che la classifica delle tre stelle riflette una griglia valutativa di base un po’ troppo alla francese e che quindi la vittoria delle produzioni transalpine è in parte scontata. La discussione è aperta. I dati sono dati. Li possiamo leggere e interpretare ma restano lì e Nomisma accende un faro opportunamente. Del resto nei bianchi fa riflettere anche il sorpasso dei prodotti Usa. Un campanello d’allarme? Un invito a far meglio? Di certo forse un cambio di rotta serve. Forse sarebbe opportuno che il prossimo Governo prendesse seriamente in considerazione questi dati. Fanno bene quelli del Prosecco a fare le ronde per difendere il prodotto nei locali.