Con Identità golose la cucina è piattaforma globale di marketing e di turismo

Prima l’appuntamento tradizionale a Milano Congressi, dopo l’apertura dell’hub di cultura gastronomica globale nel Palazzo Feltrinelli a un passo dalla centralissima Via Manzoni  e accanto all’hotel Mandarin oriental. Ora la guida di Identità golose che oggi recensisce 1.024 insegne di ristorazione di qualità in 44 Paesi, ovvero 722 luoghi enogastronomici in Italia e i rimanenti nel mondo. Le pizzerie sono 85 (l’anno scorso 68), le insegne guidate da cuochi sotto i 30 anni 58 e tra i 30 e i 40 anni 403. Ciò che emerge in maniera nitida dal lavoro di Identità golose è la vocazione globale della cucina, che costituisce al tempo stesso uno dei presidi chiave della cultura e delle tradizioni locali. Gli chef, i sommelier e i maitre di sala (con le loro storie) sono sempre più testimonial di operazioni di marketing, da Singapore a Gussago (Brescia), capitoli di un grande racconto che si snoda di continuo. A scorrere i nomi dei tanti premiati in occasione della presentazione della guida si vedono testimonianze e presenze da vari continenti, si intrecciano esperienze e storie personali. Così come gli sponsor del food sono sempre più globali nella valorizzazione delle radici localistiche. Una menzione particolare ad un valore che non tramonta nell’ambito dell’enogastronomia: la famiglia. E così quest’anno è stata premiata  la famiglia Alajmo (nella foto) che ha saputo affermarsi in Italia e all’estero.