Il ministro Dario Franceschini elogia il modello Torino. «Quello che è avvenuto a Torino in questi anni dimostra che è possibile coniugare tutela, valorizzazione del patrimonio con la presenza turistica»ha affermato intervenendo all’inaugurazione della mostra «Da Poussin agli Impressionisti. Tre secoli di pittura francese dall’Ermitage» (dall’11 marzo al 4 luglio) a Palazzo Madama a Torino. “La trasformazione di Torino – ha aggiunto Franceschini – la riscoperta della sua vocazione culturale e delle sue potenzialità dimostra che si può fare e che è possibile riuscirci. Oggi è una meta desiderata dai giovani e viene voglia di viverci. Torino dimostra che è possibile coniugare tutela, valorizzazione del patrimonio con la presenza turistica e se si fa un’operazione del genere, contemporaneamente si fanno due cose: si adempie a un dovere costituzionale di tutela del patrimonio e sviluppo della cultura e si fa diventare questa azione un veicolo di crescita culturale stessa, ma anche di crescita economica. Il turismo di Torino, con tutte le sue iniziative culturali, infatti, non è mordi e fuggi, è un turismo colto, intelligente che cerca bellezza ed eccellenza. Questa visita a Torino, a tre musei in grande sviluppo e trasformazione, mi convince sempre di più che quanto è avvenuto a Torino in questi anni, con la cultura, è un po’ il paradigma con quanto stiamo cercando di fare con la cultura in Italia. Torino si è trasformata trovando la sua vocazione turistica nazionale e internazionale – ha detto il ministro, che ha anche visitato il Centro italiano per la Fotografia e il Museo Egizio – che è esattamente quello che auspichiamo per il Paese, come dimostrano anche il fatto che il mio ministero, con la legge di Stabilità, ha ottenuto due miliardi in più e che la presidenza del Consiglio ha manifestato la volontà di destinare un milione dei fondi Cipe al completamento di alcuni musei in attesa da anni di fondi. Torino dimostra che è possibile coniugare la tutela del patrimonio con la crescita del turismo, basta crederci”. Franceschini ha poi affrontato il tema dell’arte fotografica. “C’è da colmare un grosso ritardo per la promozione della fotografia in Italia. Bisogna proteggere e valorizzare il grande patrimonio degli archivi fotografici pubblici e privati” ha detto dopo aver visitato il Centro Italiano per la Fotografia inaugurato lo scorso settembre nei locali ottocenteschi dove nacque la prima scuola pubblica del Regno d’Italia. Sono soci fondatori Intesa Sanpoalo, Eni e Magnum Photos. “E’ un grande lavoro da fare insieme. Per questo oggi ho voluto visitare questo museo, un tassello importante di questo lavoro d’avanguardia che stiamo intraprendendo”. Lo scorso dicembre è stato firmato a Roma un accordo per la messa in rete degli archivi fotografici. Nella foto, Dario Franceschini a Torino con, a destra, Patrizia Asproni, presidente della Fondazione Torino Musei.