Turismo nei centri storici: servono regole Ue e Unesco sulla movida, vertice europeo a Parigi

Movida e turismo, binomio sempre più spesso collegato. Tranne forse che a Pompei dove l’atmosfera in genere è più rilassata a scavi archeologici chiusi. Di sicuro il problema si sta ponendo in varie città. Milano, che negli anni si è via via popolata di giovani di tutto il mondo, cui si aggiungono oggi migliaia di turisti in cerca di esperienze glamour, sotto l’egida del fashion e dell’eno-gastronomia, è oggi popolatissima di notte. Firenze e venezia, sotto questo profilo sono città-laboratorio avendo iniziato a progettare tempi e regole per le aree Unesco, ad esempio. A Napoli  è tensione continua nella zona della centralissima Via Chiaia, tra residenti e gaudenti. Turismo e movida sono direttamente proporzionali. E ormai la movida – che ha soppiantato l’italico-meridionale struscio – fa parte integrante dei motivi di interesse per i turisti. Insomma a chi viene in Italia non si può negare la movida. Gli italiani stessi vogliono sempre più divertirsi. Sta ai Comuni darsi delle regole intelligenti e rispettose del business turistico. L’Unesco ha dato delle indicazioni sulla gestione delle aree patrimonio dell’Umanità. La Ue ha dato una direttiva sulla concorrenza nei servizi che porta a gare per le concessioni su aree pubbliche e per le spiagge. L’Italia sta scoprendo sempre più le spiagge di notte. Si va verso una deregulation degli orari in battigia e sull’uso a ciclo continuo del bagnasciuga con musica e feste. Sulle spiagge si investe: il modello Twiga di Flavio Briatore sbarcherà presto a Gallipoli, nel Salento. Insomma, in Italia non si vuol dormire più. Ed è così in tanti Paesi, dalla Polonia alla Francia, senza parlare della Spagna che della movida è culla. I Comuni vanno in ordine sparso. I Governi latitano. Si uniscono i residenti, che pochi benefici hanno dalla movida. Se poi il popolo della notte non è top class, son solo dolori. E così è nato il summit di Parigi in programma il 31 maggio. Per l’Italia partecipa il Coodinamento nazionale no degrado e mala movida, che raggruppa associazioni di numerose città.

Di seguito la nota del Coordinamento che spiega gli obiettivi del Summit.

Il 31 maggio 2016 a Parigi si incontreranno i rappresentanti delle associazioni e dei comitati di diversi Paesi per costituire un Coordinamento Europeo con la finalità di evidenziare una problematica dilagante e finora sottovalutata dai Governi europei.

Per l’Italia saranno presenti Simonetta Chierici presidente del Coordinamento Nazionale No Degrado e Mala Movida, Caterina Rodinò del Comitato Chiaia Viva e Vivibile di Napoli, Giorgio Sorbara del Comitato No Degrado e Mala Movida di Monza, entrambi aderenti insieme ad altre 30 città al Coordinamento Nazionale

Raggruppati all’interno della Rete « Vivre la Ville ! », le Associazioni di residenti di molte città europee si riuniranno a Parigi il 31 maggio 2016 (infos suhttp://www.vivre-la-ville.fr/).

L’obiettivo è lo sviluppo di un coordinamento europeo finalizzato al rispetto dei diritti fondamentali dei cittadini nei quartieri dedicati all’intrattenimento notturno , nonché alla salvaguardia del patrimonio dei siti investiti dal fenomeno.Le derive della vita notturna sono certo un fatto notorio; non sono però una fatalità. La rete « Vivre la Ville ! » formula proposte concrete ed economicamente sostenibili per arginare i gravi fenomeni di deriva sociale, proposte lungamente maturate, frutto di esperienze comuni,  analisi e strumenti acquisiti  dalle associazioni che la costituiscono.Tra i politici responsabili in molte grandi città europee si è creato un clima di competizione internazionale intorno alla organizzazione della vita notturna. Questo è il motivo alla base del carattere nazionale e transnazionale della rete  « Vivre la Ville ! ».

La situazione ha raggiunto un punto critico. Un numero continuamente crescente di quartieri è colpito da vere e proprie piaghe sociali: diffusione di alcol e droga, in particolare tra i giovani e i giovanissimi, danni alla salute pubblica per i residenti nei pressi di luoghi ed esercizi di somministrazione notturna, degrado dell’ambiente e delle città, in particolare degrado del patrimonio dei centri storici delle città.

Il costo socio-economico a breve e medio termine non è più sopportabile.

L’applicazione delle regole che dovrebbero proteggere da questo scempio non è più garantita ai cittadini dalla Forza Pubblica. La rete  « Vivre la Ville ! » denuncia il rischio già in atto di una evoluzione regressiva del quadro legale stesso.

L’azione di lobbying dei venditori di alcol e dei promotori dello “sballo” continuo è ormai penetrata nel quadro istituzionale stesso. Un esempio sia il fatto che il controllo del disturbo nei quartieri viene, in certi casi, delegato ad attori privati (mimi e altri “animatori” della notte, costosi ed inefficaci) ciò implica finanziamenti accordati dalle autorità locali ad associazioni che, con il pretesto di alibi culturali, incitano di fatto al consumo di alcolici.

Da parte dei politici e delle autorità pubbliche non fare nulla è colpevole. E’ tutta una generazione di giovani che viene in parte sacrificata sull’altare di lobby ben conosciute. Sullo sfondo di una crisi economica persistente è facile sfruttare il disagio, lo sconforto, il pessimismo giovanile per ottenere profitti consistenti. La posizione di acquiescenza delle autorità pubbliche nazionali è in aperta contraddizione con le dichiarazioni pubbliche sullo sviluppo sostenibile. Tale atteggiamento irresponsabile è sempre più vissuto dai cittadini coinvolti come una negazione, una regressione e un abbandono.

La Rete « Vivre la Ville ! » intende intervenire con azioni tutte dirette verso uno stesso obiettivo: sulla base delle loro competenze, gli Stati membri e le istituzioni europee debbono agire con determinazione ed efficacia nella direzione dell’interesse generale. 

  • rosanna di Costanzo |

    Io sono Presidente di un comitato cittadino a Caserta, la nostra è una vera lotta innanzitutto perché la condizione del cittadino del centro storico vittima della movida selvaggia è spesso sconosciuta a molti. Dopo un anno di intenso lavoro il nostro Comitato raccoglie deboli frutti ma nn ci arrenderemo perché i nostri diritti sociali soo sanciti nella costituzione. Non potranno ignorarci a lungo le amministrazioni.

  • isabella guarini |

    Abitare è un diritto naturale, difendiamo la nostra vita dalla movida!

  • vakter |

    interessante vorrei saperne di +

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