Gravi tensioni tra gli operatori sui fondi per la promozione del vino italiano sui mercati internazionali. Esce allo scoperto l’Unione italiana vini denunciando la gravità della situazione al ministro Martina, pesanti timori di contraccolpi negativi anche sull’eno-turismo visto che il vino è portabandiera del made in Italy ed uno dei principali motivi di interesse alla base dei viaggi verso l’Italia. “Il nuovo bando per i fondi dell’Ocm promozione (campagna 2017-2018) dovrebbe essere pubblicato tra meno di due mesi, ma al momento non si è ancora chiusa l’assegnazione delle risorse 2016–2017. Caro Ministro Martina, è urgente riscrivere le regole per l’utilizzo dei fondi europei a sostegno del nostro export perché rischiamo uno stallo gravissimo: in gioco c’è il futuro del nostro sistema vitivinicolo che oggi esporta il 50% del prodotto”. Antonio Rallo, presidente di Unione italiana vini, lancia un invito al Ministro dell’agricoltura, Maurizio Martina, con una nota ufficiale: bisogna rivedere il decreto ministeriale n. 32072 del 18/04/2016 che regola le modalità attuative della misura Ocm per le attività di promozione del vino italiano verso i Paesi terzi. Si tratta di una dotazione di 100 milioni di euro che sviluppano oltre 200 milioni di investimenti delle imprese e che, in questi anni, hanno supportato in maniera decisiva l’export italiano, cresciuto dal 2010 al 2015 del 38,5% (da 3,9 a 5,4 miliardi di euro).
“Proprio nel 2016, anno in cui frena l’aumento delle nostre esportazioni (facendo registrare un incremento solo del 4%) e il complesso dei vini italiani, al netto del Prosecco, segna il passo sui mercati internazionali – spiega Rallo – la misura chiave per supportare la competitività del vino italiano nel mondo rimane bloccata da pastoie burocratiche inaccettabili. Sono stati necessari due bandi e tre graduatorie (di cui l’ultima non ancora pubblicata), seguite da decine di ricorsi, per cercare di assegnare i 26 milioni della quota nazionale dei fondi OCM del 2016: e l’iter non si è ancora concluso”.
“Le aziende hanno iniziato ad investire milioni di euro sui mercati esteri – continua Rallo – sulla base di progetti che non si sa se verranno finanziati. Dovranno rispettare tempi di conclusione e rendicontazione dei progetti notevolmente ridotti rispetto alla tempistica prevista in origine dalla normativa. E correranno il rischio, qualora non riuscissero a rendicontare almeno l’85% dell’importo, di perdere il diritto di partecipare ai bandi dei due anni successivi”.
“Una situazione gravissima e che va risolta al più presto –conclude il Presidente di Uiv -. Basterebbero pochi passaggi per arrivare ad una reale semplificazione delle procedure. Noi siamo disponibili a sederci attorno ad un tavolo per modificare il decreto nelle parti in cui non ha funzionato, e siamo convinti si possa farlo nel giro di poche settimane purché ci sia la volontà politica. Noi imprenditori abbiamo le idee chiare, ma non possiamo tollerare ancora rinvii”.