Il Governo ha bocciato la recente legge sul turismo della Regione Toscana. Tra i punti contestati le regole sugli affitti brevi, ossia le norme da effetto Airbnb. Il tentativo toscano di introdurre una disciplina degli affitti turistici richiedendo il riconoscimento di attività di impresa, e quindi la partita Iva, per chi supera il tetto degli 80 giorni l’anno. Le associazioni degli albergatori intanto rumoreggiano sempre quando su parla di affitti turistici. Federalberghi ha scritto una lettera ai vertici delle principali testate media per stigmatizzare gli incontri avuti in America nei giorni scorsi dall’ex premier Matteo Renzi proprio con il vertice Airbnb. Il Comune di Amsterdam – ha fatto poi sapere Federalberghi – è intervenuto duramente contro irregolarità rilevate nella gestione di alcuni affitti attraverso Airbnb. La città ha infatti imposto una multa salata (per un totale di 279 mila euro) al proprietario ed al servizio di portineria di 11 appartamenti che erano stati messi “in vetrina” sulla ben nota piattaforma senza rispettare i canoni previsti. Tutto questo è stato possibile perché nei paesi Bassi è stata messa a punto una normativa ad hoc”. “E’ noto – procede il commento della federazione degli albergatori – che a febbraio 2014 nella capitale olandese è stato sancito il limite di sessanta giorni all’anno per poter affittare un appartamento privato sulla piattaforma di Airbnb. Non si può dire altrettanto purtroppo per il nostro paese, dove la materia non è ancora regolamentata a dovere così da poter garantire chi opera nel settore correttamente.
Piuttosto che preoccuparsi di aumentare le accise, da noi si dovrebbe piuttosto considerare una necessità concreta e prioritaria il far pagare le tasse agli abusivi. In tutto il mondo, da New York a Berlino, da Londra a Barcellona, sono state dettate regole – conclude Federalberghi – per porre un argine al dilagare degli affitti abusivi. In Italia siamo praticamente gli unici a non aver legiferato, mentre da tempo sottolineiamo l’urgenza di una legge mirata, che consenta all’Italia di non restare indietro