Genova città laboratorio per il turismo da sharing economy. Di seguito la nota che illustra l’accordo tra Airbnb e il Comune, che rappresenta probabilmente un punto di riferimento non solo in Italia ma anche in ambito internazionale per la gestione degli affitti turistici.
Airbnb ha raggiunto un accordo con il Comune di Genova per l’applicazione, la riscossione e il versamento dell’imposta di soggiorno per conto dei propri host che condividono la casa nel capoluogo ligure. L’annuncio è stato dato oggi, in occasione della firma a Palazzo Rosso, da Chris Lehane, Head of Global Policy and Public Affairs di Airbnb e Carla Sibilla, Assessore al turismo e alla cultura del Comune di Genova, alla presenza del Presidente della Camera di Commercio. Il testo era stato precedentemente deliberato dalla Giunta comunale lo scorso 31 maggio.
Si tratta del primo accordo in Italia tra la piattaforma ed una municipalità, siglato volontariamente e in assenza di obblighi legislativi. Genova si aggiunge così a capitali del turismo come Parigi, Lisbona e Amsterdam e a oltre 275 amministrazioni del mondo dove accordi similari sono già in vigore, consentendo di raccogliere e versare in maniera semplificata oltre 240 milioni di dollari. A partire dal prossimo primo agosto, Airbnb procederà automaticamente a riscuotere l’imposta di soggiorno per conto degli host al momento della prenotazione.
A proposito dei contenuti, l’Assessore Sibilla ha commentato:
“Questo accordo è il risultato di un lungo lavoro portato avanti dall’Amministrazione civica e permetterà di regolamentare un settore rilevante della ricettività cittadina; basti pensare che la piattaforma Airbnb conta nella sola città di Genova circa 4 mila posti letto. Le risorse che arriveranno saranno utilizzate per la promozione della nostra città, che sempre più afferma la sua forte potenzialità turistica. Genova costituisce oggi un modello positivo per aver individuato, assieme ad Airbnb, un sistema semplificato ed efficace di gestione dell’Imposta di Soggiorno attraverso la piattaforma; questo percorso può rappresentare un indirizzo per la legislazione nazionale e una buona pratica per tante città italiane ed europee, favorendo un sistema di sviluppo turistico sostenibile dal punto di vista sociale ed economico”
Chris Lehane ha dichiarato: “Genova è nota per essere una città con uno sguardo sempre volto al futuro e siamo orgogliosi di continuare il nostro impegno atto a venire incontro ai cittadini, semplificando processi complessi, e a aiutare le autorità competenti a ricevere quest’importante risorsa finanziaria. Quest’accordo è il capitolo più recente del nostro rapporto con l’intera Regione Liguria, dove abbiamo supportato 64.000 ospiti in viaggio a Genova e generando un impatto economico nella città di oltre 32,7 milioni di Euro.”
Genova si unisce così alle oltre 300 amministrazioni nel mondo in cui Airbnb gestisce in maniera semplificata la riscossione e il versamento delle imposte e ha versato oltre 300 milioni di dollari.
Lo scorso anno Airbnb aveva già sottoscritto un protocollo di intesa con la Regione Liguria per la promozione congiunta della condivisione responsabile nell’ambito della sharing economy, collaborando con le istituzioni per una migliore accesso alle informazioni da parte dei cittadini. Fra le iniziative organizzate, anche un seminario tenutosi lo scorso mese di maggio, organizzato in collaborazione con Confedilizia, a cui hanno partecipato oltre 100 proprietari genovesi.
“L’accordo a Genova è un esempio di come Airbnb e le autorità dovrebbero collaborare. Con più di 300 amministrazioni partner fiscali nel mondo, abbiamo imparato come possiamo collaborare al meglio con le istituzioni per mettere in azione un approccio che raggiunga gli obiettivi del paese. Ci impegniamo a lavorare in modo affidabile con i governi e siamo felici di continuare il dialogo con le amministrazioni di Firenze e Milano”, ha aggiunto Lehane.
Airbnb a Genova
Il mese scorso, Airbnb ha pubblicato il valore economico del giro d’affari generato dalla sua attività in Italia nel 2016, che ammonta a circa €4,1 miliardi.
I dati regionali sulla comunità genovese raccontano invece che nel 2016:
- 950 host hanno avuto ospiti in casa. Oggi sono 1.100.
- Ci sono stati 57.000 ospiti in arrivo – un 70% in più rispetto al 2015. Il dato cresce prendendo in esame gli ultimi 12 mesi (da giugno 2016 a giugno 2017), con 64.000 arrivi;
- L’host tipo ha messo a disposizione il proprio spazio per 39 notti – meno di un giorno a settimana – guadagnando 2.700 Euro;
- La grande maggioranza (84%) degli ospiti veniva dall’Europa, e uno su 10 dal Nord America;
- In media, il soggiorno degli ospiti è stato di 3 notti.
Come funziona
Per le prenotazioni effettuate dopo il 1° agosto 2017, gli ospiti vedranno una nuova voce di costo per l’imposta di soggiorno, che a Genova ammonta a 1 euro al giorno per i primi 8 giorni di pernottamento. Tale importo comprende la tassa di soggiorno imposta dalla città e l’imposta del distretto amministrativo, se applicata. L’imposta si aggiungerà all’importo totale del soggiorno pagato dagli ospiti e sarà trasferita al Comune di Genova direttamente da Airbnb. L’host non dovrà più calcolare quanto dovuto per ogni prenotazione individuale o trasferirla al Comune, relativamente alle prenotazioni effettuate sulla piattaforma.
Gli host riceveranno maggiori informazioni sulla riscossione della tassa a partire dal prossimo mese di luglio. Maggiori informazioni saranno disponibili anche sul portale nelle pagine dedicate all’ospitare responsabilmente.In considerazione della continua evoluzione normativa della materia, e per verificarne efficacia e applicabilità, l’accordo rimarrà in vigore un anno.
Il ‘modello Genova’
Il sistema genovese di gestione e utilizzo dell’imposta di soggiorno è stato riconosciuto come “Good Practice” del programma europeo Urbact, il principale programma europeo dedicato allo sviluppo urbano sostenibile. Il modello genovese è stato scelto fra 270 progetti provenienti da 219 citta di 29 Paesi europei. La Good Practice proposta da Genova, l’unica approvata nel settore del turismo, costituisce un modello per altre città europee, per la sua capacità di rendere il turismo un elemento di sviluppo urbano sostenibile sul piano sociale ed economico per tutto il contesto urbano. In particolare, il modello genovese viene inserito fra le pratiche volte alla crescita delle piccole e medie imprese ed è stato apprezzato in particolare per la rilevanza che potrebbe avere per altre città europee e la potenziale trasferibilità ad altre realtà urbane.La “Good Practice” verrà presentata nel prossimo mese di ottobre alle altre città europee, nel corso di un grande evento organizzato a Tallinn. Nel frattempo il segretariato centrale di Urbact, con sede a Parigi, lancerà un piano di comunicazione a livello continentale per il lancio dei successivi “transfer network”, progetti di reti di città costituiti per approfondire, apprendere e diffondere le “Good Practice”.