Il mondo del turismo rilancia sul ministero, contestazioni a Franceschini

Il mondo del turismo si mobilita in vista del nuovo Governo. Di seguito gli interventi sul tema della governance.

 

Costanzo Jannotti Pecci (*)

I numeri consuntivi del turismo italiano nel 2017, presentati dalla Banca d’Italia, hanno registrato risultati positivi per arrivi, presenze, spesa dei turisti e la domanda di nuovi turismi culturali e del benessere coerenti con le nostre potenzialità. Sono risultati che vanno al di là delle aspettative degli operatori, ma una riflessione attenta ci dice come il loro consolidamento e l’avvio di un costante processo di sviluppo e crescita passa attraverso la rimozione di lacci e laccioli, che purtroppo persistono tuttora, con uno sforzo condiviso e congiunto, di pubblico e privato, per ritrovare un ruolo consistente grazie alla valorizzazione di un patrimonio costituito non solo di cultura e natura, ma anche di eccellenze nei settori imprenditoriali che rappresentano il vanto del nostro Paese: made in Italy, ospitalità alberghiera, agricoltura di qualità, termalismo, solo per dirne qualcuno. Servono certezze per incoraggiare gli imprenditori ad investire e per utilizzare le scarse risorse disponibili nel modo migliore, secondo bisogni ed esigenze del sistema turismo che sono ormai a tutti noti. Ma servono anche politiche intelligenti, che facciano leva sulla capacità di interagire delle diverse branche della Pubblica Amministrazione. I risultati che negli ultimi anni hanno caratterizzato l’andamento del settore, sono arrivati, come avrebbe detto il Principe de Curtis, “a prescindere” dall’incapacità del MIBACT e del suo Ministro di assecondare, per renderla stabile e strutturale, una situazione congiunturalmente favorevole. Ecco perché il turismo – settore strategico sotto il profilo economico e sociale – non può essere lasciato ancora alle competenze di un Ministero, appunto il MIBACT, che non si è dimostrato in grado di affrontare positivamente le sfide che il mercato mondiale del turismo ci imponeva e che sempre più saremo chiamati ad affrontare. In tal senso, le responsabilità politiche del Ministro Franceschini sono incontrovertibili, soprattutto se si guarda alle vicende dell’ENIT, rimasto estraneo e insensibile all’attività di promozione richiesta dal processo di programmazione del turismo dando ragione a chi ne richiede, da anni, la cancellazione per l’assoluta inconcludenza della sua azione che negli ultimi anni da inefficiente è diventata, soprattutto se confrontata con le analoghe istituzione dei Paesi nostri competitor, imbarazzante. Ma proprio in queste ore sembra farsi strada, nel dibattito sulla formazione del nuovo Governo, l’idea di prevedere nel prossimo Esecutivo la figura del Ministro del Turismo o – come mi parrebbe più giusto – delle Politiche Turistiche. Lo avevamo auspicato da molto tempo, ahimè, senza trovare ascolto ed adeguata attenzione. Lo richiede la natura trasversale propria dell’Industria del Turismo, con una visione a 360 gradi su temi e problemi, tutti rilevanti, come la formazione per l’accoglienza e l’ospitalità, la sostenibilità degli interventi e delle iniziative, in particolare per contesti turistici fragili che hanno già richiesto misure specifiche di regolamentazione, il trasporto intermodale, l’ambiente, la cultura, il paesaggio, la digitalizzazione della domanda e dell’offerta, la partecipazione pubblico e privato, la condivisione di programmi e progetti mirati, all’interno di un piano strategico per il turismo. Il grave errore di questi ultimi anni. e di Franceschini in particolare, è stato quello di avere una visione ancillare del turismo, pronto a soggiacere alle politiche culturali, con un ruolo non da protagonista ma solo da ruota di scorta. Un approccio amplificato da una burocrazia ministeriale impreparata e incapace di affrontare con il giusto dinamismo un settore in espansione, che ha connotati interdisciplinari e richiede doti non facilmente rintracciabili nei corridoi del MIBAC. È quindi un’esperienza da archiviare senza rimpianti, recuperando solo l’intelligente lavoro svolto dal dirigente esterno responsabile del settore ministeriale, con un’originale ed attento metodo di programmazione partecipata, che ha visto il coinvolgimento di Regioni ed Enti locali, Associazioni di Categoria, Enti pubblici, Amministrazioni centrali dello Stato e Associazioni. La redazione del Piano Strategico per il turismo potrà rappresentare un patrimonio di esperienza, sicuramente utile al nuovo Governo che si insedierà. Come prezioso sarà certamente l’impegno nel nuovo Governo di quei parlamentari, oggi di maggioranza, che nella passata legislatura hanno già dimostrato attenzione e capacità di riflessione al tema del turismo quale volano per la crescita e lo sviluppo. L’auspicio è di superare le sterili conflittualità e il rivendicazionismo gratuito e senza risultati del passato, per impegnarsi tutti insieme, pubblico e privato, nella valorizzazione della voglia di fare impresa in questo settore, anche delle giovani generazioni che ne avvertono la capacità di essere crescita economica e occupazionale, con i nuovi strumenti digitali. C’è da fare di più e meglio. A cominciare dall’attivazione concreta ed efficace delle risorse comunitarie, dal pieno utilizzo dei fondi nazionali, nel quadro di una programmazione coerente con le esigenze di rinnovamento che il sistema delle imprese merita. È perciò necessario che il nuovo Governo e il Parlamento, eletto il 4 marzo, decidano di valorizzare le potenzialità della filiera dell’industria del turismo per il sistema Paese, restituendole il ruolo che le compete. Questa sembra la strada condivisa anche dalle forze politiche che stanno lavorando in queste ore per dare un Governo al Paese, in coerenza con l’auspicio formulato prima delle elezioni. Riportare sotto Palazzo Chigi le competenze in materia di turismo, con la nomina di un Ministro a capo di un Dipartimento ad hoc, è la migliore scelta per venire incontro alle esigenze degli operatori, assicurando maggiore sviluppo e occupazione e sottraendo la gestione di questo settore strategico alla burocrazia disattenta del MIBAC ed anche per dare un senso alla missione dell’ENIT. (*) Presidente Federterme

Nota Federterme

Le recenti decisioni della magistratura sullo “scandalo Promuovitalia” (azienda pubblica vigilata dal Mibact e fallita due anni fa) offrono l’occasione per una forte critica al Ministro uscente Franceschini, che ancora una volta vede protagonista il Presidente di Federterme Costanzo Jannotti Pecci, esponente confindustriale già ai vertici di Federturismo. Dopo l’intervento – nel quale apprezza l’intenzione di prevedere nel nuovo Governo la figura del Ministro al Turismo, autonomo dai Beni Culturali – l’imprenditore partenopeo sottolinea in una lettera a Franceschini la disattenzione del politico Pd e l’incapacità della burocrazia del MIBACT a seguire le dinamiche di un settore in forte espansione, venendo incontro alle esigenze degli operatori ed agevolando sviluppo e nuova occupazione. Dopo aver ricordato “la pessima gestione dell’ENIT ed il dissesto della società vigilata Promuovitalia, cagionato per responsabilità anche di funzionari ministeriali” Jannotti Pecci prosegue affermando che “a riprova delle mie considerazioni vi è la notizia, appresa nelle scorse settimane, che il GIP del Tribunale di Roma ha disposto l’imputazione coatta a carico dell’ex direttore generale di Promuovitalia, per gravi reati informatici. Come Presidente dell’azienda pubblica tra il 2012 ed il 2014, avevo denunciato insieme al CdA i manager infedeli all’Autorità giudiziaria, senza avere alcun sostegno dal Suo Ministero. Anzi, funzionari collusi e dirigenti inadeguati hanno cercato di ostacolare l’accertamento della verità, arrivando ad impedire che venissero portati a termine i controlli da noi disposti”. “Siamo stati lasciati soli nelle battaglie per fare chiarezza su una serie di gravi questioni emerse” è l’accusa del Presidente di Federterme e “nessuno al MIBACT ha riconosciuto il nostro lavoro per moralizzare Promuovitalia, assicurare piena trasparenza e riportare la correttezza nella gestione. Anzi siamo stati ostacolati fino ad impedirci di portare a termine il mandato”. “Abbiamo assistito, in silenzio, per quattro lunghi anni, ad ogni forma di manipolazione della verità messa in atto dai responsabili del dissesto e degli illeciti nel tentativo di sottrarsi agli accertamenti delle Autorità competenti e di influenzare addirittura le decisioni del Ministero”. Ma, afferma Jannotti Pecci, “abbiamo sempre ritenuto che le colpe non fossero solo dei manager interni: il malaffare è stato anche favorito dalla omessa vigilanza del MIBACT e da funzionari pubblici compiacenti”. “Mi auguro – conclude l’esponente confindustriale – che i responsabili politici ed amministrativi dei comportamenti illeciti emersi in questi anni saranno presto chiamati a rispondere del loro operato e del dissesto che hanno cagionato”.

 

FEDERTURISMO: IL TURISMO ENTRI TRA LE PRIORITA’ DEL NUOVO GOVERNO

E’ fondamentale, dichiara il Presidente di Federturismo Confindustria Gianfranco Battisti, che il turismo entri a pieno titolo tra le priorità del nascente governo Lega-M5S al fine di garantire il rispetto degli impegni elettorali presi da entrambi i partiti in questi mesi. Il Turismo contribuisce per più del 12% al PIL con prospettive di crescita di fatto precluse oggi a molti settori produttivi maturi, porta sviluppo, occupazione e investimenti con tassi di crescita stabili superiori al 4% annuo. Sarebbe un fatto inedito e grave che le uniche due forze politiche che si sono presentate alle elezioni con un vero progetto strategico sul turismo lo togliessero dalla lista delle priorità condivise su cui lavorare nei prossimi anni.

ASTOI: APPREZZAMENTO PER L’IPOTESI DI UN MINISTERO AUTONOMO PER IL TURISMO

 

Roma, 15 maggio 2018: Come anticipato da Federturismo e dalle altre Associazioni del sistema, anche ASTOI esprime il proprio apprezzamento per l’ipotesi, circolata in queste ultime ore, della creazione di un Ministero ad hoc dedicato al Turismo. “Tale previsione– dichiara Nardo Filippetti, Presidente di ASTOI Confindustria Viaggi – sarebbe contenuta nel programma del nascente Governo e, se così fosse, verrebbe finalmente riconosciuta pari dignità e autonomia ad un settore realmente strategico per il nostro Paese. L’aver incardinato in passato il turismo nel Ministero dei Beni e delle Attività Culturali ha, di fatto, depotenziato lo sviluppo di un settore che ha, invece, bisogno di un’interlocuzione specifica. In questi anni la nostra Associazione, che rappresenta oltre il 90% del mercato dei Tour Operator italiani, quindi aziende che svolgono attività sia outgoing che incoming, ha percepito una evidente disattenzione verso il comparto. Siamo ora in attesa dell’ufficialità della notizia – prosegue Filippetti – augurandoci che gli impegni assunti vengano mantenuti.”

PALMUCCI – Turismo: Confindustria Alberghi, bene settore priorità futuro Governo

“La presenza del turismo tra le priorità del costituendo Governo, con l’ipotesi di un Ministero ad hoc, è un segnale importante”. Così Giorgio Palmucci, Presidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi sottolineando che così “si riconosce, di fatto, il ruolo strategico del comparto e le sue potenzialità”. Con oltre il 12% del Pil nazionale e con indicatori a lungo termine che mostrano una domanda in forte crescita, rileva Palmucci, “il settore può dare un apporto importante e nuovo slancio all’economia del Paese. Un modello di sviluppo coerente con obiettivi di sostenibilità e capace, in particolare per quanto riguarda l’industria alberghiera, di generare nuova occupazione”. “La nascita di un ministero dedicato, la scelta di un ministro competente, possono contribuire enormemente a questo scopo supportando gli operatori ed il Paese nel contesto di competitività internazionale in cui il turismo italiano si muove”, conclude Palmucci.