Turismo: sbagliata la stretta fiscale di Governo e Comuni sugli affitti ed Airbnb, meglio favorire realtà che promuovono il Paese

Il caso Airbnb. Il ministro Dario Franceschini lo ha ribadito anche ieri: arrivano nuove regole sugli affitti brevi ossia sugli affitti modello Airbnb. Si profila una stretta che dovrebbe, in estrema sintesi, portare più soldi ai Comuni con una stretta fiscale mettendo un paletto al dilagare dei modelli Airbnb. Certo l’Italia come al solito ha lasciato briglia sciolta per un po’ così gli affitti brevi si sono tradotti nei nuovi Bot in un Paese che ha circa sei milioni di abitazioni da utilizzare. Nessuno tra Governo e Parlamento si è però preoccupato di riformare le norme generali sugli affitti vecchie di decenni nè quelle sulle attività ricettive in generale e quelle alberghiere in particolare. Come al solito il caos serve a spianare la strada a provvedimenti incisivi a seconda di quello che serve al momento. Oppure a lasciare briglia per far correre un po’ il cavallo per guadagnare qualche consenso. Uno scenario francamente sbalorditivo per un paese che ritiene il turismo strategico.  Nessuno si preoccupa degli obiettivi di promozione della destinazione Italia sui mercati. Favoriamo la crescita del settore degli affitti brevi turistici con obiettivi di marketing per il Paese. Favoriamo la razionalizzazione del settore attraverso imprese sane e trasparenti di gestione del patrimonio immobiliare che ci portino almeno cento milioni di stranieri all’anno. Riformiamo seriamente la disciplina immobiliare e ricettiva. Invece no, svendiamo il paese e il patrimonio immobiliare per qualche spicciolo. Ammazza che furbizia. Ricordiamo però l’impatto positivo degli investimenti per il risanamento di interi stabili o quartieri mosso dagli affitti brevi turistici.

  • Federazione Italiana Ristorazione |

    Articolo di sicuro interesse.
    Airbnb è una delle tante piattaforme estere presente anche nel nostro paese per favorire la locazione breve per il turista. Basterebbe regolarizzarla, fargli versare nelle casse italiane quella percentuale che era stata stabilita e si regolarizzava il tutto come gli hotel, motel e qualsiasi altra struttura ricettiva.

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