San Nicola, piaccia o no, è un brand globale. Forse il primo grande vero brand virale globale con radici storico religiose. E non solo. San Nicola rappresenta anche una sfida per la città di Bari, cui è intimamente legato. L’occasione per soffermarsi su questi temi è offerta da un film proiettato in questi giorni, ma forse meglio sarebbe definirlo un docufilm o un mockumentary come ama ricordare l’autore e protagonista barese Antonio Palumbo.
Prodotto dalla Oz Film di Francesco Lopez con il contributo della Apulia Film Commission (macina fiction con il ciclostile) in collaborazione con Octopost, l’opera presentata ieri a Milano si avvale delle musiche del barese Ivan Iusco.
La trama è semplice. Palumbo cerca ispirazione a Bari per un film e si rende conto della grande risorsa offerta dalla storia di San Nicola, che in vita sua – tra il III e il IV secolo – non venne mai dalla natale Myra (oggi in Turchia) in quella terra che sarebbe diventata Italia.
Ci pensò dopo sette secoli un manipolo di marinai baresi, città arroccata sull’Adriatico in cerca di rilancio, a portare San Nicola a Bari con una traslazione manolesta che suscita ancora oggi qualche rimpianto tra i cristiani di rito greco. I baresi come al solito videro lungo e così San Nicola rilanciò le sorti di Bari. Allora come oggi, visto che l’idea del film su San Nicola (come da foto) è finita davanti alla cupola del Mit di Boston, ovvero quel Massachusetts institute of technology, dove tra tanti business model farebbero bene a studiare anche il caso del nostro simpatico vescovo proto bizantino.
Il mockumentary di Palumbo, tra qualche passaggio onirico e qualche testimonianza più seria, ricostruisce la realtà di San Nicola a Bari, con feste, riti, famiglie e ambientazioni varie. Il momento importante è a maggio. E ci rendiamo conto che Bari, grazie a San Nicola, diventa il centro di attenzione potenziale di mezzo mondo, dall’area slavo ortodossa, alla riforma nordeuropea.
Nei secoli il culto di San Nicola – ci ricorda Palumbo con la sua opera – si è diffuso anche in Francia, Belgio, Olanda, Svizzera, Germania. E le testimonianze sono ricche e profonde. Ma soprattutto la bontà di San Nicola ha dato luce alla figura di Babbo Natale o meglio Santa Klaus.
L’Olanda è il trampolino culturale verso gli Stati Uniti e qui, patria del marketing non si fanno sfuggire l’occasione, con la Coca Cola nel ruolo di protagonista.
Alla fine della proiezione ci rendiamo conto di aver viaggiato con la conoscenza per migliaia di chilometri – non manca un salto tra le turche rovine di Myra, dove la tomba del nostro San Nicola mostra ancora qualche graffio dei frettolosi baresi – e soprattutto e del valore globale e virale di questo proto vescovo che mai avrebbe immaginato di mutare così velocemente e radicalmente tra i secoli, i luoghi e i popoli.
Una bella sfida per Bari allora essere all’altezza di San Nicola.