Capezzana virtual experience. Una famiglia di tradizioni antichissime si fa coniscere con lo strumento più moderno: la realtà virtuale per far conoscere la Tenuta Capezzana.
«In questo ultimo anno – dice Beatrice Contini Bonacossi – abbiamo imparato a lavorare in un modo più immediato e diretto che sopperisce alla necessità del momento e che guarda con ottimismo e prospettiva al futuro, sperando di tornare quanto prima ad incontrare di persona i nostri interlocutori».
È stata creata anche una sala degustazione virtuale dalla quale si avrà accesso alle informazioni
aggiornate sui prodotti con schede tecniche, foto e altro.
Dal 804 produttrice di olio e vino, Capezzana è guidata da 5 generazioni dalla famiglia
Contini Bonacossi, che con passione e dedizione continua a credere nell’importanza della propria
tradizione associata a una continua innovazione: «tradizione, non come una statua ferma,
ma come una nave in movimento».
Negli anni venti il Conte Alessandro Contini Bonacossi con la moglie Vittoria acquistò la proprietà di Capezzana, poi ampliata con l’acquisto dal marchese Aman Niccolini, di due fattorie confinanti, “Il Poggetto” e “Trefiano”. Nasce così la Tenuta di Capezzana, suddivisa in 3 fattorie e più di 120 poderi, dedita alla produzione di vino e olio di grande qualità. La passione di Alessandro per il collezionismo lo portò a conservare bottiglie, così che oggi Capezzana può vantare una raccolta di annate storiche a partire dal 1925. Nel 1945 ad Augusto Alessandro, figlio di Alessandro, si affiancò il figlio Ugo, reduce dalla guerra e laureato in agraria, che prese gradualmente la direzione della Tenuta trasformandola da conduzione mezzadrile ad azienda moderna. Ugo, uomo di altri tempi ma dalle ampie vedute, sfruttò l’entusiasmo e la passione dei suoi figli lasciando ad ognuno di loro la gestione di un’attività. Un binomio perfetto tra l’esperienza di Ugo e la novità della quarta generazione. Il primo tra i figli ad affiancare il padre fu Vittorio, che appena diciottenne si occupò della gestione a tutto tondo dell’azienda, fino a diventare il responsabile della campagna e l’enologo, dedicandosi particolarmente alla trasformazione verso il biologico. Oggi Capezzana è gestita da una collaborazione tra la quarta e la quinta generazione. Beatrice è la responsabile commerciale, affiancata dalla sorella Benedetta, la winemaker, e dal fratello Filippo responsabile della produzione di olio e della parte finanziaria. La quinta generazione ha già iniziato a seguire la tradizione della famiglia, ed oggi lavorano in azienda Serena, responsabile dell’ospitalità, e Gaddo, responsabile delle campagne.
La filosofia di Capezzana
“Nel 2009 abbiamo iniziato un’agricoltura più rispettosa, avvicinandoci a grandi passi al biologico. Oggi possiamo finalmente parlare di agricoltura biologica vera e propria: siamo infatti oggi certificati BIO. Il rispetto verso la terra è fondamentale per un normale agricoltore consapevole che dopo di lui altre persone continueranno il lavoro che egli stesso ha ereditato dalla generazione precedente. È la nostra filosofia di agricoltori nel rispetto di questa magnifica e unica terra che vogliamo lasciare integra e generosa alle future generazioni. Solamente da lavorazione meccanica, con aratri o estirpatori garantiamo il controllo delle erbe spontanee, quindi non vengono utilizzati diserbanti chimici. Si continua, inoltre, ad utilizzare l’antica pratica del sovescio con la semina di leguminose e graminacee a filari alterni. Un modo naturale per arricchire di azoto il terreno. “Negli ultimi decenni molti agricoltori hanno allentato il contatto diretto agricoltore – terra per molti motivi, il più grande credo che sia dipeso da una forza dirompente dell’industria chimica che ha invaso le campagne con venditori in camice bianco che hanno inebetito e disorientato noi contadini. Ormai è a tutti chiaro che è la tipicità di un vino, il gusto del terreno, che unicamente può portare a un valore aggiunto del prodotto ottenuto ed è altrettanto chiaro che le aggiunte di prodotti chimici modificano tale gusto, in meglio o in peggio ma lo modificano e fanno perdere il carattere primitivo dato dalla terra, dalla zona, dalla denominazione. È per questo motivo che a Capezzana siamo tornati a delle pratiche agricole che erano in normale uso non molte decine di anni indietro. Non è un ritorno alla preistoria ma solo a una presa di coscienza diversa, più terra terra. Con questo metodo SEMPLICE di fare agricoltura si hanno meno seccature e la coscienza è molto più tranquilla, certi di non fare il massimo ma di non fare danni irreparabili, certi di lasciare, a chi ci seguirà, quello che noi abbiamo trovato. Certi di lasciare terra ancora fertile e non una montagna di plastica avvelenata e sterile. In questo scritto non si è mai parlato di “lotta integrata” perché è assurdo e perdente in partenza parlare di “lotta” contro la natura. La natura è troppo più forte di noi. Meglio parlare di “rispetto integrato” Vittorio Contini Bonacossi