Federalberghi rilancia sulla lotta all’abusivismo nel settore turistico e accende un faro sul modello Amsterdam che ha recentemente deciso di regolamentare il mercato.
Di seguito le note di Federalberghi su Amsterdam e più in generale sulla legalità nel comparto turistico.
Anche da una città come Amsterdam arriva il segnale che la deregulation non giova all’economia di un paese: è stato reso noto l’accordo secondo il quale i cittadini della città olandese non potranno offrire i propri appartamenti in affitto attraverso AirBnb per più di 60 giorni all’anno.
Questa è l’ennesima riprova che il problema degli affitti irregolari e poco trasparenti è fortemente sentito nel comparto del ricettivo, a 360 gradi.
“Dopo New York, Berlino e Barcellona ora anche Amsterdam prende provvedimenti per evitare che i professionisti del settore vengano oppressi da un sistema privo di regole certe”. Sono le parole del presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, in riferimento alla decisione concordata tra la società americana e la città olandese di porre un limite agli affitti tramite Airbnb.
“Mentre all’estero ci si muove con attenzione per tutelare il lavoro di chi opera rispettando la legge -prosegue Bocca- nel nostro paese purtroppo è più difficile procedere: la recente bocciatura dell’emendamento Airbnb nella legge di Bilancio ne è la dimostrazione più chiara.
“Malgrado ciò -conclude Bocca- ritengo che si tratti di una questione che resterà aperta fino a che non verranno recepite le ragioni del settore ricettivo, basate su un semplice principio di equità. Ma si dovrà trovare anche il modo di fare una profonda riflessione su quanto le regole poco chiare possano nuocere alla stessa sicurezza degli italiani”.
“Non comprendiamo le esitazioni che si stanno manifestando in relazione alla proposta di far finalmente pagare le tasse a chi affitta il proprio appartamento ai turisti per brevi periodi” dichiara il direttore generale di Federalberghi, Alessandro Nucara. “Si è aperto un dibattito surreale – prosegue Nucara- in cui si contesta l’istituzione di nuove tasse, mentre in realtà gli emendamenti in discussione prevedono l’applicazione di un’aliquota fiscale agevolata, inferiore a quella che paga un operaio che percepisce uno stipendio di mille euro al mese. L’istituzione di un registro presso l’Agenzia delle Entrate e la comunicazione delle transazioni avvenute attraverso i portali – aggiunge Nucara- consentirebbero, con un semplice click, di distinguere tra la posizione del cittadino indigente, che affitta una stanza in casa propria per arrotondare il reddito, e quella di chi gestisce patrimoni milionari e affitta decine di appartamenti a più di mille euro per notte, nascondendosi dietro nomi di comodo”.Ad esempio, se si esaminano gli annunci pubblicati su un noto portale, si scopre che il 57,7% degli annunci è pubblicato da host che gestiscono più di un alloggio. Per non parlare di coloro che chiedono di ricevere i pagamenti mediante carte ricaricabili o addirittura estero su estero, mediante bonifico internazionale.