Via ai saldi di fine stagione da oggi. La domanda nazionale resta fredda. Pesano le tensioni internazionali e l’allarme terrorismo. Se va bene – come stima Confcommercio – saranno confermati i livelli dello scorso anno. Ottima occasione invece per i turisti. Lo shopping è infatti fattore chiave per l’offerta italiana. Nella foto un interno del polo di fashion e design 10 Corso Como a Milano molto apprezzato anche dai turisti internazionali.
Di seguito la nota Confcommecio con alcuni semplici consigli ai consumatori.
Aprono “i giochi” oggi, Basilicata e Sicilia, domani parte la Valle d’Aosta e il 5 gennaio tutte le altre regioni.
Secondo le stime dell’Ufficio Studi di Confcommercio ogni famiglia, in occasione dei saldi invernali 2017, spenderà 344 euro per l’acquisto di capi d’abbigliamento, calzature ed accessori per un valore complessivo di 5,3 miliardi di euro.
Renato Borghi, presidente di Federazione Moda Italia e vice presidente di Confcommercio commenta: “Dopo un Natale così così, la speranza passa ora per i saldi. Non saranno però saldi col botto. La nostra stima, euro più euro meno, è che gli italiani spenderanno mediamente come nell’anno precedente. Le vendite di fine stagione saranno sempre una straordinaria opportunità per i consumatori ma, per noi commercianti, non saranno sufficienti a colmare un gap di consumi fortemente condizionato da un andamento sempre più incerto ed altalenante. C’è da dire che, nonostante i timidi segnali di fiducia registrati a dicembre, gli eventi terroristici e di natura socio-politica non aiutano a far trovare una stabilità di cui tutti abbiamo bisogno per affrontare al meglio il futuro e confidare nell’uscita del nostro Paese dalla crisi”.
Per il corretto acquisto degli articoli in saldo, Confcommercio ricorda alcuni principi di base:
1. Cambi: la possibilità di cambiare il capo dopo che lo si è acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme (art. 1519 ter cod. civile introdotto da D.L.vo n. 24/2002). In questo caso scatta l’obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso ciò risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato. Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto.
2. Prova dei capi: non c’è obbligo. E’ rimesso alla discrezionalità del negoziante.
3. Pagamenti: le carte di credito devono essere accettate da parte del negoziante qualora sia esposto nel punto vendita l’adesivo che attesta la relativa convenzione.
4. Prodotti in vendita: i capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo. Tuttavia nulla vieta di porre in vendita anche capi appartenenti non alla stagione in corso.
5. Indicazione del prezzo: obbligo del negoziante di indicare il prezzo normale di vendita, lo sconto e il prezzo finale.
Confcommercio segnala, inoltre, le varie iniziative promosse sull’intero territorio nazionale da Federazione Moda Italia, come “Saldi Chiari”, “Saldi Trasparenti”, “Saldi Tranquilli”.