Deregulation sulle spiagge: è bagarre in Toscana sulla legge regionale anti-Bolkestein

La Corte di giustizia Ue deciderà prima dell’estate sulla proroga al 2020 previste dall’Italia alle concessioni balneari,  per ammorbidire l’applicazione della direttiva Bolkestein che prevede le gare per questo ed altri tipi di concessioni. I primi pronunciamenti ufficiali – segnatamente quello dell’avvocato generale Ue Maciej Szpunar – sono  orientati a sostenere la conferma della deregulation sulle spiagge e la censura per l’iniziativa italiana. Nelle regioni a vocazione turistico-balneare si sta cercando di correre ai ripari in tempi rapidi. La Toscana ha approvato il 3 maggio una normativa che però a rinfocolato le polemiche. “Con la legge in materia di concessioni sul demanio marittimo per le attività turistico-ricreative, approvata in Consiglio regionale, si è voluto offrire a Comuni e imprese del settore della balneazione un riferimento normativo chiaro per consentire ai soggetti che già gestiscono stabilimenti balneari, e che in questi anni hanno fatto investimenti o che intendano farne in futuro, la tranquillità di poter operare anche fino al 2035. E’ infatti ormai chiaro che la Corte di Giustizia europea non si esprimerà favorevolmente in merito alla proroga delle concessioni fino al 2020, così come la legge statale aveva previsto» dice l’assessore alle attività produttive e al turismo della Regione Toscana, Stefano Ciuoffo. «La proroga dell’esistente tout court – aggiunge Ciuoffo all’agenzia AdnKronos – non era nelle possibilità della Regione, e nemmeno dello Stato che rischia ora la procedura di infrazione della Corte europea. Chi continua a sostenerlo o non conosce le carte o prende in giro la categoria. «Ci siamo perciò adoperati per trovare una via che consentisse, nell’ambito della disciplina vigente, una formulazione che garantisca la concorrenza, che l’Europa ci chiede, e la tutela del valore delle nostre aziende. Rispetto all’incertezza che aleggiava mettiamo dei punti fermi e lo abbiamo fatto dopo un confronto con Anci e balneari stessi», aggiunge Ciuoffo. «Al di là delle buone intenzioni – prosegue l’assessore Ciuoffo – è certo che la richiesta di semplice proroga dell’esistente a 75 anni, invocata da qualcuno, non ha senso. Il riferimento a paesi stranieri non è calzante. Ad esempio, per la pluricitata Spagna la situazione e il precedente quadro normativo erano totalmente differenti da quello italiano: lì sono state trasformate in concessioni di 75 anni quelle che in precedenza erano, addirittura, proprietà private, dal momento che prima non esisteva la linea di demarcazione demaniale». La nuova legge prevede una durata delle nuove concessioni per un periodo compreso tra i 6 e i 20 anni (nel rispetto della normativa nazionale vigente) e introduce – si legge nella nota di agenzia – una importante tutela per gli operatori già titolari delle concessioni: il diritto a un risarcimento pari al 90% del valore del suolo e dell’attività commerciale nel caso in cui il titolare della concessione debba lasciare il passo ad altro soggetto. In questo caso la nuova legge prevede che a stabilire il valore sia una perizia presentata dal titolare attuale. Inoltre, per il rilascio della nuova concessione saranno privilegiati investimenti e progetti di qualificazione ambientale e paesaggistica e la conduzione diretta dell’impresa con divieto di sub-affitto. Le repliche non si sono fatte attendere. «La legge regionale è un passo indietro rispetto ad anni di battaglie da parte dei balneari; la Regione Toscana ed il Partito democratico hanno dimostrato di essere lontani dai problemi reali delle imprese e dei cittadini. Mandare gli stabilimenti a gara significa regalare alle multinazionali estere un patrimonio conservato da famiglie di imprenditori per generazioni e non tenere conto degli effetti per il turismo, per i cittadini e per la nostra economia» commenta Massimo Mallegni, sindaco di Pietrasanta e vice coordinatore di Forza Italia, all’indomani dell’approvazione della legge regionale in materia di concessioni sul demanio marittimo per le attività turistico-ricreative che ha già trovato la «ferma opposizione» del vice presidente del Consiglio Regionale, Marco Stella, e del capo gruppo regionale di Forza Italia, Stefano Mugnai. «Il Partito democratico avrebbe dovuto tenere conto delle idee delle imprese che avevano chiesto un’audizione. Audizione che non è mai stata concessa. Come Comune di Pietrasanta e come vice coordinatore di Forza Italia – annuncia Mallegni – mi accorderà con le associazioni per avere l’opportunità di incontrare le imprese prima dell’inizio della stagione fino ad arrivare a prevedere di impugnare, come Comune di Pietrasanta, la legge”.

  • Felice |

    Fate qualcosa di sano non pensate solo ad imprenditori grossi sono i piccoli che hanno difficoltà come le bancarelle al mercato che in 12 mesi lavorano solo 4 in totale e lo stato se ne frega mamma mi vergogno di essere italiano .

  • Emilio |

    A parte quanto si sta facendo per risolvere il problema generale degli operatori balneari c’ è una minoranza di concessionari cosiddetti PERTINENZIALI forse un migliaio su 30.000 che pagano canoni da 30.000 , 50.000 e oltre che hanno finito a vendere i propri beni per soddisfare lo STATO. Tutti hanno avuto spogliato della propria struttura in modo illegittimo ma il bello che quelli di facile rimozione sono stati acquisiti mentre quelli in cemento armato ancora sono di facile rimozione e l’agenzia del demanio, non più competente a questo problema, continuano a fare sopralluoghi ai soliti pertinenziali mentre dovrebbero cercare di uniformare i canoni perché esiste anche un’autorità della concorrenza e sentenze che hanno stabilito che non è possibile creare differenze di siffatte proporzioni. Purtroppo siamo in pochi ed i sindacati si preoccupano della Bolkstain giustamente, ma come facciamo noi ad avere una proroga se non si sistema prima il rapporto dei canoni che dovrebbero essere tutti uguali. E’ la situazione fiscale che determinerà il contributo differenziato nei confronti dello STATO. Differenze minimi si dovrà fare per determinare il rapporto con le zone più blasonate ma sempre tutti dovrebbero pagare la stesso valore a mq. di aree occupate da manufatti, che aree libere. Spero che qualche Ministro interessato al problema magari il primo Ministro ci metta le mani, oltre alla stampa che dovrebbe fare da cassa di risonanza.

  • angelo sodini |

    Quello che fa il governo italiano di destra e di sinistra,seguendo i consigli dei vari funzionari romani,è di trascurare ad arte da dieci anni la nostra difesa in sede europea.

    Noi non siamo concessioni di servizi,siamo concessioni di beni,la spiagge che possiamo usare ed usiamo come sedi di bar,di stabilimenti produttivi
    ,di stabilimenti balneari di porti etc.

    Noi italiani siamo quelli che usano le spiagge ormai da più di due secoli,e,come hanno ammesso e dichiarato anche Prodi,allora nel 2006 presidente della commissione e Mr.Bolkenstein,allora commissario e autore della stesura della direttiva ,la direttiva Bolkenstein non era fatta per tassisti,venditori ambulanti,balneari,cantieri navali,ma per appalti di opere e servizi richiesti dagli stati ai privati.

    Noi balneari non siamo pagati dallo stato per fare il nostro mestiere ed includerci nella direttiva servizi è una delle tante,troppe forzature che l’europa fa per legiferare su tutto!
    Basta con questi Belgi,olandesi e lussemburghesi che succhiano il sangue degli europei con le loro sudicie scartoffie!

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