Ho visitato di recente le Catacombe di San Gennaro a Napoli, sulla collina di Capodimonte. Catacombe che fanno parte della Napoli paleocristiana e sotterranea al pari del sito di San Gaudioso, nel cuore del quartiere Sanità, e di quello di San Severo sempre in zona. Sono rimasto colpito dall’entusiasmo dei giovani della cooperativa che gestisce le visite ai siti, oggi rinnovati e di cui è stata ampliata l’accessibilità. Il turismo ha imparato a conoscere questi luoghi non molto familiari ai campani stessi. Il turismo italiano ma anche quello straniero. La visita è suggestiva e affascinate, e soprattutto lascia ricchi di emozioni e riflessioni una volta conclusa (durante la visita mi venivano anche in mente ricordi di quanto Parigi ha fatto per lo sviluppo in chiave turistica delle sue catacombe, progetti sviluppati con i grandi portali di prenotazione della ricettività). Ho visto giovani della Sanità preparati nell’offrire spiegazioni esaurienti e anche commenti di marketing turistico, che sottolineano con orgoglio che i turisti sono decuplicati. Giovani del Rione Sanità, dove sembra che il tempo si sia fermato e dove umanità e disagio sociale si intrecciano. Un segnale forte quello dei ragazzi delle catacombe della Sanità che andrebbe valorizzato anche come modello nell’ambito turistico. Tutti, questi giovani, concordi nel ricordare il ruolo – discreto ma molto efficace – della Fondazione con il Sud guidata da Carlo Borgomeo. E nei prossimi giorni, il 16 dicembre, Napoli ospita, proprio presso le Catacombe di San Gennaro un convegno con tante personalità proprio sulla valorizzazione del sito. Borgomeo è un amico di tanti anni fa cui va dato il merito preclaro di aver puntato sulla valorizzazione delle energie profonde, dei giovani e del loro entusiasmo: una lezione forte per il modello turistico italiano. Per questo credo che per il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, alle prese con i gravi problemi di gestione del centro storico monumentale di Napoli – preso d’assalto dai turisti in questi giorni – il modello Borgomeo costituisca un elemento di confronto e riflessione, una opportunità da valorizzare ulteriormente. Stesso discorso per Bari, guidata dal sindaco Antonio Decaro, altra città che sta riscoprendo le radici storiche (e le ricchezze artistiche del sottosuolo) in aree finora a elevata densità di degrado sociale. Credo che il modello Borgomeo – ovvero Fondazione con il Sud e le sue ricadute in termini di mobilitazione delle migliori risorse giovanili e sociali – possa far riflettere ancora una volta anche lo staff del ministro Franceschini, cui compete la delega al turismo nell’ambito dei Beni culturali, impegnato nella gestione della più complessa operazione di rilancio del poli culturali italiani mai tentata finora, e impegnato anche nel rilancio dell’azione di Governo per il turismo. Il neo-direttore generale Mibact, Francesco Palumbo, già protagonista della via pugliese all’industria del turismo, valuti le opportune iniziative per sostenere la diffusione di un modello di business che faccia leva proprio sulle risorse del territorio e sulle potenzialità dei giovani.
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