Il ministro Dario Franceschini tira dritto, oggi ha annunciato che l’operazione super-musei si allarga, unitamente al prosieguo del riassetto del Mibact che va nella direzione della semplificazione.
“Nasceranno 10 nuovi musei e parchi archeologici autonomi, i cui direttori saranno scelti con la procedura di selezione internazionale. Si va avanti con la strada della modernizzazione del sistema museale” ha detto Franceschini in audizione Parlamento. “Nascono in Italia Soprintendenze uniche – archeologia, belle arti e paesaggio – che consentiranno di avere un unico parere” ha aggiunto il ministro. “La semplificazione è il filo conduttore di questa seconda parte della riforma, i cittadini avranno a che fare con un’unica Soprintendenza mista” ha aggiunto. Un bel passo in avanti. Questi i nuovi poli museali autonomi: il Complesso monumentale della Pilotta di Parma (che unificherà in un’unica gestione la Biblioteca palatina, la Galleria Nazionale, il Museo Archeologico Nazionale); i Musei delle Civiltà nel quartiere romano dell’Eur (che unificherà in una sola gestione il Museo Nazionale Preistorico e Etnografico, il Museo nazionale delle arti e tradizioni popolari e il Museo dell’Alto Medioevo); il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia (Roma); il Museo Nazionale Romano; il Museo storico e il Parco del Castello di Miramare a Trieste; il Parco Archeologico dell’Appia Antica; il Parco archeologico dei Campi Flegrei (Bagnoli, Baia e Bacoli); il Parco archeologico di Ercolano; il Parco archeologico di Ostia Antica; Villa Adriana e Villa d’Este a Tivoli.
L’area di Roma (dove è stato sospeso l’accordo Comune-Mibact sull’area dei Fori) è quella più interessata e in prospettiva dovrebbe essere quella a ricevere i maggiori benefici. Soprattutto sul fronte della gestione e del riequilibrio dei flussi turistici. I poli autonomi crescono, e i primi risultati dell’autonomia si vedono. Un esempio per tutti quello di Capodimonte, a Napoli. Spettacolare sito borbonico e polo museale di estremo interesse. Capodimonte è diretto da Sylvain Bellenger, francese, tra i principali esperti mondiali di storia dell’arte, appassionato di Napoli per dichiarata fede. Ha lasciato il Chicago Art Institute per tornare nel capoluogo partenopeo ed ha deciso di abitare nel polo museale. Bellenger un primo risultato lo sta ottenendo, sta ricordando a Napoli e al mondo che Capodimonte esiste e che farà di tutto affinchè non sia tagliato fuori dai grandi flussi turistici che oggi interessano Napoli. E basterebbe poco. Un collegamento forte con il resto della città e con quanto di straordinario si sta facendo a pochi passi da Capodimonte, nelle catacombe della Sanità ad esempio. Appello forte dunque al sindaco Luigi De Magistris e ai tanti giovani che stanno investendo oggi a Napoli in creatività, cultura e servizi al turismo. Capodimonte è un sito grande e va vissuto. Ha un parco stupendo con una veduta mozzafiato. Bene fa Bellenger a denunciare il passaggio degli aerei che peraltro interessano anche la Certosa Museo di San Martino. Possibile rivedere le rotte di atterraggio? Altro problema. I parcheggi auto per accedere a Capodimonte. Ma è tutto risolvibilissimo. Zampogne e manifestazioni in costumi medievali. Va bene. L’obiettivo è far riscoprire ai napoletani e al turismo, nazionale e internazionale, u tesoro che ha già ospitato – con evidenti disagi – appuntamenti internazionali. Il parco è un grande polmone verde per la città, palcoscenico eccezionale per eventi. Ricordo, al riguardo, le possibilità offerte dai matrimoni top internazionali e dai set cinematografici. Insomma, Capodimonte riparte se si collega strettamente al boom turistico che interessa il centro storico di Napoli. Chi vincerà dunque la sfida delle Regge borboniche? Capodimonte o Caserta? Spero la sfida la vincano i turisti di tutto il mondo.