I dati della domenica gratis nei musei invitano a qualche piccola riflessione. Bene i numeri assoluti, ma resta il fatto che i flussi sono concentrati su poche realtà: soprattutto Roma, di gran lunga, poi Firenze, bene l’area campana tra Pompei, l’Archeologico di Napoli, Ercolano, Paestum e la Reggia di Caserta, Milano con Brera e il Cenacolo in posizioni di bassa classifica. In zona Champions il sistema Torino. Ma bastano le domeniche gratuite? In realtà abbiamo solo dei numeri grezzi. Poco a nulla sappiamo dei visitatori: età, provenienza, interessi, modalità di viaggio, percorsi urbani. stato avviato un monitoraggio sulle valutazioni dei visitatori attraverso i social media ma ci vorrà un po’ prima di avere un quadro articolato nel tempo e dunque analitico in maniera trasversale e diacronica. Comunque il museo attrae e la rivoluzione della fruizione del ministro Franceschini ha certamente liberato una domanda inespressa e insoddisfatta. Vedremo anche i risultati della liberalizzazione degli orari con un ampliamento delle possibilità di accesso. Interessante sarebbe un monitoraggio sulle attività e sulle iniziative. Il punto è che il museo si sta trasformando e che sta diventando sempre più cruciale l’avere una visione chiara sul futuro. Tecnologie, alfabetizzazione, eventi, fruizione, offerta, percorsi, modalità di accesso e di vendita dei pacchetti turistici: tutti elementi sui quali occorre oggi avere una visione. E credo sia particolarmente opportuna la riflessione in corso a Torino e promossa da Patrizia Asproni sulla costituzione di un polo internazionale/europeo di studio e ricerca sul futuro del museo. Proprio sull’onda del rilancio della frequentazione dei musei. Ma occorre guardare avanti. Torino con la rete dei musei e gli investimenti nella fruizione culturale in questi anni ha saputo controbilanciare il ridimensionamento del peso dell’industria e costituisce un punto di riferimento. Al tempo stesso la città ospita centri di elite di rilievo globale nell’ambito della formazione dirigenziale internazionale per l’Onu e per le Forze Armate (Esercito). Il polo di riferimento internazionale per la ricerca e il confronto sul futuro dei musei è dunque decisivo per la competitività dell’offerta italiana.
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