Unesco: il Garda si propone ma Vicenza teme l’esclusione

L’Italia è il Paese con più siti nel Patrimonio dell’umanità sotto egida Unesco. Siti culturali, naturalistici ed anche immateriali a riconoscimento che anche gli stili alimentari sono Patrimonio dell’umanità. Il marchio Unesco è garanzia di impegni e strategie mirate, per chi gestisce i siti, e di notorietà a livello globale. Quindi garanzia di interesse e di turismo. I giapponesi, ad esempio, alimentano importantissimi flussi in giro per il mondo sull’onda dell’interesse per il Patrimonio Unesco. A pochi chilometri in linea d’aria, nel Nord Italia, si presenta uno scenario degno di interesse. L’area del Lago di Garda – che interessa tre regioni come Lombardia, Veneto e Trentino-Alto Adige e quindi numerosi Comuni – si sta mettendo in pista per chiedere il riconoscimento Unesco. Tra i capofila dell’operazione che dovrebbe avere ricadute molto importanti sia locali e sia nazionali c’è Mariastella Gelmini, che guida appunto la Comunità del Garda. Un passo importante perchè stiamo parlando di uno dei poli ambientali e turistici più importanti non solo d’Italia ma di tutta Europa, che fa sentire le sue ricadute fino a Venezia, Bolzano, Milano e Bologna. I tempi non sono brevissimi, il consenso tra i comuni dell’area non unanime, ma se il risultato sarà conseguito segnerà una svolta radicale, per gli impegni sul piano ambientale, paesaggistico ed economico-sociale. Se il Garda sorride con entusiasmo a qualche chilometro di distanza c’è chi trema. È il caso di Vicenza, dove il ministero Beni culturali e l’Unesco hanno acceso i riflettori e nella città palladiana temono addirittura l’esclusione dal Patrimonio dell’umanità. In verità è un atto estremo che l’Unesco valuta con estrema attenzione e in presenza di circostanze gravi. Però gli investimenti effettuati nell’area per le infrastrutture hanno creato apprensione, polemiche ed acceso i fari degli ispettori italiani e internazionali che hanno già iniziato il loro lavoro.