Maggio fiorentino sommerso da 60 milioni di debiti: Franceschini studia un intervento per la musica

Lo scenario delle fondazioni lirico-sinfoniche resta costellato di criticità. A Verona si attendono i passi finali per la legge Bray dopo l’intesa sul piano di risanamento che deve però passare al vaglio dei parametri tecnico-economici. A Firenze tiene banco il dossier Maggio ed il sindaco Nardella ha chiesto aiuto al ministro Franceschini per evitare un default difficilmente gestibile visto che l’indabitamento complessivo si aggirerebbe sui 60 milioni. Si rimette dunque mano alla normativa-quadro per assicurare ossigeno e sostegno a uno dei cardini del sistema culturale e turistico italiano? Sembra questa la strada delineata da Franceschini negli incontri romani con il primo cittadino di Firenze. Una norma ad hoc per il Maggio? Tutta da verificare, semmai questa è l’occasione, dopo le difficoltà e le turbolenze di governance di Verona, Ravello ed altre strutture, di rivedere l’impalcatura della normativa. Occorre fare in modo che ci siano risorse e che il ruolo dei privati sia decisivo, forte, funzionale. I bid del fashion che tanto fanno per il Made in Italy possono giocare un ruolo? Dolce & Gabbana ad esempio, come altri del comparto, hanno un impegno importante su questo fronte, altri – in altri settori – potrebbero seguire. Questo è uno dei punti. Rendere importante investire in cultura e spettacolo considerando che sono come detto cardini dell’offerta Italia sui mercati globali. Serve poi un sistema articolato di valorizzazione turistica locale e nazionale. Impariamo a vendere bene il pacchetto lirica italiana a livello internazionale. Insomma il sessi tema va reso fluido ed efficiente a tutti i livelli. Il caso maggio di Firenze, i casi Verona, Bologna e Ravello devono insegnare qualcosa e segnare una svolta.