Come mai non si trova una soluzione che eviti il baratro all’Istituto studi filosofici di Napoli?

La questione è aperta da tempo. L’ultimo allarme dell’avvocato napoletano Marotta, animatore di un polo culturale che ha attratto a Napoli negli ultimi decenni generazioni di intellettuali e studiosi, riguarda il dissolvimento della biblioteca da 300mila volumi. Si tratta di una dispersione perchè ci sono delle aste in corso. L’Istituto è da tempo in cattive acque dal punto di vista finanziario e organizzativo. Ma a tutto c’è rimedio. Da più parti impegni, a parole. Fatti? Molto pochi a quanto si vede. Come mai? In un Paese che fa della cultura e del turismo un punto chiave dell’agenda  economica come è possibile che vi siano casi come quello napoletano? Peraltro dopo lo scandalo dei Gerolamini di qualche tempo fa. Poli museali in pieno rilancio, percorsi archeologici notturni, musica, danza, arti figurative: la Campania è un cantiere culturale e per la prima volta dopo anni ci sono centinaia di milioni da spendere. Chi ha sbagliato paghi, giustamente. Ma si faccia chiarezza e si salvi il patrimonio culturale. Possibile che non si trovi una soluzione? Le opzioni ci sono. Come mai tanto immobilismo? A chi conviene tutto ciò?