Giappone in vetrina nel centro di Milano per i 150 anni dei rapporti tra Roma e Tokio

Mentre il Palazzo reale di Milano ospita la mostra sui grandi artisti giapponesi del mondo fluttuante, Giovedì 17 novembre Maroncelli District sarà teatro di una serie di mostre per l’evento – JAPAN MY LOVE – in occasione delle celebrazioni per 150 anni di rapporti di amicizia tra Italia e Giappone. Promossa da Hidetomo Kimura fondatore del Concorso Arte Milano 2016 (C.A.M) in collaborazione con la Galleria Carte Scoperte e Luciano Tellaroli, saranno esposti nelle gallerie, show room e nelle affascinanti locations di Maroncelli District, i dieci artisti vincitori della competizione C.A.M che hanno visto oltre quattrocento adesioni da parte degli artisti giapponesi residenti in Giappone. Sono iniziate già dal Gennaio 2016 una serie di importanti eventi promossi in collaborazione con l’Ambasciata Giapponese per ricordare le relazioni iniziate nel lontano 1866 tra l’Italia ed il Giappone. Le celebrazioni sono state battezzate dalla bellissima mostra dedicata a Botticelli, esposta al Tokyo Metropolitan Art Museum e non ultima la grande mostra di Milano a Palazzo Reale inaugurata il 22 settembre dedicata a Hokusai, Hiroshige e Utamaro, che presenta una selezione di oltre duecento xilogra e e libri illustrati provenienti dalla collezione dell’Honolulu Museum of Art.

L’evento – JAPAN MY LOVE – in Maroncelli District promuoverà Milano come trampolino per la seconda tappa importante del percorso internazionale del Concorso C.A.M che si inserisce nei festeggiamenti per il 150° anniversario dei rapporti diplomatici tra Italia e Giappone: due Paesi la cui storia è stata portatrice di valori insuperati nell’Arte da secoli. I dieci artisti sono stati selezionati da una giuria composta dal Presidente Hidetomo Kimura, da Luciano Tellaroli anima collante del Concorso e da Mr. Sakurai Hiroshi, Presidente della Dassai una storica casa produttrice di Sakè, e da Kataoka Tsurutaro celebre e pluripremiato attore e artista affermato. Completano la Giuria Andrea Zardin, segretario del Circolo Filologico Milanese e Gianni Zardin gallerista storico.

La partenza della grande Kermesse espositiva di Maroncelli District che inaugurerà giovedì 17 novembre e si protrarrà no a dicembre, aprirà uf cialmente in via Maroncelli 14 alle h.17 con la presentazione del progetto da parte del Comitato fondatore del Concorso C.A.M nello spazio Edit – Carte Scoperte e per l’occasione ci sarà una mostra straordinaria di venti Kimoni dall’antico al contemporaneo della collezione privata di Hidetomo Kimuraesposti per la prima volta in Italia.

Il percorso inizia da via Maroncelli 2 con Of cina Antiquaria che presenta una mostra di Rokuroku Ueda una giovane artista dotata di forte carica espressiva. Segue le tradizioni dell’arte giapponese e cerca allo stesso tempo attraverso una tecnica sopraf na, di trovare una propria via espressiva. Un mondo fatto di colori, di gesti e di piccoli segni, di luci e ombre che ri ettono un animo deciso e pieno di passione. Altro artista del concorso, presente in galleria è Hiroshi Mehata, nato nel 1982 ha alle spalle un curriculum di mostre internazionali. Acquarellista che fa del segno e della scrittura la sua cifra stilistica mantenendo ben salda un’identi cazione ben netta con disegni monocromi in aperta contrapposizione con Rokuroku. Sempre in via Maroncelli 2 la Galleria d’arte Il Vicolo ospita la mostra di due artisti giapponesi Takeo Ikegama e Akiko Noda insieme all’italiano Antonio De Luca. Takeo Okegama presenta una serie di chine eseguite con il metodo tradizionale “tarashi komi” mentre Akiko Noda, glass artist, presenta alcune opere in vetro. Antonio De Luca dialogherà invece con questi mondi espressivi attraverso le sue opere in carta e ceramica. In via Maroncelli 5 Strato Cucine presenterà altre opere di Akiko Noda e Paolo Polli, artista la cui ispirazione deriva dall’affascinante Paese del Sol Levante, il Giappone. Un viaggio tra le opere del realismo visionario di Paolo Polli e le espressioni del vetro proposte da Akiko Noda. Sempre in via Maroncelli 5 Agatha Ruiz de la Prada ospiterà le opere dell’artista romana ma residente a Milano, Domitilla Biondi. I suoi basso rilievi, percepibili grazie al gioco di luce/ombra del bianco su bianco, risuonano con l’arte classica Giapponese. Ogni pezzo è unico ed irripetibile, realizzato d’ispirazione, senza studio preliminare. Saranno anche esposti due “kimono aghatizzati” che uniscono l’essenza colorata del brand con la raf natezza culturale giapponese. In via Maroncelli 7, Kombu, ristorante creative in cui la cucina giapponese si contamina con quella italiana, presenta Racconti Giapponesi di Alberto Prina, ri essioni sulla cultura nipponica, realizzati su carta Mino. Già docente a Brera, dove aveva studiato sotto Alik Cavaliere, ha partecipato a mani- festazioni come la Biennale di Venezia, la Triennale di Milano, Ikons a Londra e Los Angeles, Mediterranea a Beirut e Il Cairo, Abitare Italia a Shanghai, Nouvel Eclectism a Parigi, Abitare il Tempo a Verona.. La Galleria Maroncelli 12 presenta la mostra ”Terra, acqua, impronte La lezione di Dubuffet e i giovani talenti giapponesi”. Le litogra e di Jean Dubuffet e le pozzanghere di 34, insieme con la natura sospesa di Daiki Nishimura e di Kinya. Arrivano a Milano, da Maroncelli 12, Sols, Terres, le 18 tavole del ciclo Phénomènes (che il padre dell’Art Brut realizzò nel 1959) per dialogare con le visioni contemporanee dei tre young talent del Sol Levante. Opere della terra, dell’aria, dell’acqua e del fuoco, di ciò che gli antichi naturalisti chiamavano l’”interno delle cose”. Opere di ombre e di luci, di attimi, di generazione e corruzione della materia ma anche di ricerca, misura e classi cazione. All’interno del cortile di via Maroncelli 13 presso Filmmaster Group la Galleria Paola Colombari presenta la mostra “Sushi Home: Alessandra Roveda e Nao Saito”. Un ambiente unico ed etereo in cui le due artiste s’incontrano quasi a creare la sensazione di un’unica grande installazione. Alessandra Roveda con il suo mondo colorato ricoperto all’uncinetto dove gli oggetti ed i mobili di uso quotidiano vengono ricoperti con estrosi e policromi ricami di lana trasformandoli in opere artigianali e facendoci vivere una aba antica surreale, e Nao Saito con i suoi bellissimi e delicati vetri trasparenti in cui l’artista inventa il suo metodo originale “stringer work”, una lavorazione di trecce a cui aggiunge l’aspetto artistico creando ed esprimendo il senso raf nato della delicata estetica giapponese. La Galleria Carte Scoperte presenta in mostra le opere di due artisti: Hiromasa Abe e Hitoshi Tomimori. Hiromasa Abe nato nel 1974 a Tokyo si diplo- ma nel 1995 in una scuola di indirizzo artistico, Abe entra nel 1998 all’Accademia d’Arte a Carrara, artista attivo tra l’Italia ed il Giappone partecipa a mostre importanti come la Biennale e realizza sculture monumentali, aggiudicandosi bandi pubblici nelle principali città come Perugia e Tokyo. Hitoshi Tomimori nasce nel 1970 a Kagawa, Shikoku. Inizia gli studi di artigianato e design presso il liceo artistico. In seguito ad un incidente stradale nel 1994 nasce in Tomimori il desiderio di diventare pittore e, nel 2000, apre il primo atelier a Tokyo. Nel 2003 e nel 2007 espone in una doppia personale a New York come artista della Nippon  Gallery. Nel 2012 apre un atelier a Kyoto e nel 2016 a Takamatsu, Kagawa. Proseguendo in via Quadrio 20, quasi all’angolo con via Maroncelli, No Words presenta la mostra “Segno e illusione”. No Words si trasformerà per un giorno in una vera e propria galleria d’arte esponendo le opere del giovane artista Alan Borguet (classe 1988), protagonista di mostre a Londra e Parigi, che fa del segno il nucleo del suo lavoro e della sua ricerca. Segno usato come illusione ottica, come scrittura universale e rappresentato attraverso l’utilizzo di una complementarietà di materiali e mezzi. A coniugare Arte e moda, allestimenti speciali di alcuni dei brand Fashion rappresentati dall’agenzia. No Words sarà inoltre coinvolta in alcune attività legate a Milano City Book. In via Quadrio 15 Le Suite di Palazzo Segreti presenta le opere dello scultore Kyoji Nagatani. La fusione di design e ricercatezza che caratterizza lo spazio diventano un unicum con le sculture di Nagatani, frammenti di realtà sospesi in una tensione atemporale tra fragili equilibri, coinvolgendo l’osservatore. Con alle spalle un importante curriculum di studi in Giappone, si diploma, sotto Alik Cavaliere, all’Accademia di Brera. Attivo tra Tokyo e Milano. La Galleria SPAZIOFARINI6 all’interno del primo cortile propone la mostra “Mono no aware: il Pathos delle Cose” una selezione di lavori che caratterizzano la ricerca artistica degli ultimi sei anni di Studio Pace10 – Monica Scardecchia e Gianfranco Maggio. Un’indagine che partendo dalla “materia fotogra ca” spesso scon na in altri contesti artistici, un tentativo estremo di bloccare per sempre quell’attimo di bellezza. Mono no aware, è un termine giapponese usato per descrivere la consapevolezza della transitorietà delle cose ed il lieve senso di rammarico che comporta il loro trascorrere, un sentimento ineffabile, dolce e allo stesso tempo struggente, che ritroviamo nei lavori presentati a Spaziofarini6. Il Ristorante Il Gambero Rosso in viale Pasubio 6 che espone alcuni artisti come il noto e giovane artista albanese Eltjon Valle, dedicherà per i 150 anni di rapporti di amicizia tra Italia e Giappone un piatto nel suo menù d’entrèes dedicato all’evento “Japan My Love”.