Relazioni umane, fiducia, comunicazione diretta, prodotti su misura: questi gli ingredienti delle vendite dirette che, in uno scenario complesso per i consumi delle famiglie e il commercio al dettaglio, hanno dato finora una spinta particolare ad una modalità commerciale che anni fa sembrava destinata all’estinzione anticipata di fronte all’incalzare della distribuzione moderna. L’occasione per un confronto sul settore è data dal Forum che si è svolto di recente a Milano, l’associazione Avedisco ha registrato con le sue 38 aziende associate oltre 215mila incaricati a fine 2016 per un incremento del 27% circa rispetto al 2015 e un fatturato totale di 655 milioni (+14%). Il comparto che si è confermato al primo posto è quello “alimentare-nutrizione” con un fatturato di quasi 491 milioni e una percentuale di crescita di oltre il17%. Segue il settore “cosmesi e accessori moda” con un fatturato di oltre 55 milioni e una crescita che supera i 3 punti percentuali e il “tessile” con un aumento di oltre il +9% e un fatturato di oltre 20 milioni. Buone le performance anche del settore “casa e beni durevoli” che aumenta di oltre il +7% arrivando a quasi 14 milioni e del comparto “servizi”. La vendita diretta è un settore basato principalmente sulla relazione umana – spiega il presidente Avedisco Giovanni Paolino – nonostante l’avvento del digitale, gli incaricati alle vendite continuano a distinguersi per una serie di qualità personali che si possono riassumere in caratteristiche come problem solving, creatività, capacità di lavorare in gruppo e flessibilità, questi requisiti sono gli stessi che il World Economic Forum ha elencato come le qualità imprescindibili richieste in ambito lavorativo nel 2020, anno che segna la nascita dell’era dell’industria 4.0.