Un luogo, un piatto, un libro: a Fontanafredda con Farinetti e la Bella Rosina

Merita sicuramente un viaggio la visita di Fontanafredda nel cuore delle Langhe, a Serralunga d’Alba. Nello spazio di poche centinaia di metri c’è un concentrato eccezionale di esperienza.  Fontanafredda è una tenuta – vigne, cantine e palazzi  – acquisita da Oscar Farinetti più di 10 anni fa dal Montepaschi. La tenuta era stata costituita per volontà diretta del re Vittorio Emanuele II di Savoia che aveva voluto farne dono alla sua amante storica, Rosa Vercellana, dalla quale erano nati due figli: Vittoria ed Emanuele Alberto.

Nelle cantine ci sono ancora le botti di metà Ottocento, protagoniste della nascita della enologia sabauda e poi italiana, culla dell’oro rosso rubino delle Langhe, ovvero del Barolo. Non va trascurato che nella seconda metà degli Anni Ottanta nelle cantine di Fontanafredda nasce,  promotore Pini2 Carlini, il movimento Arcigola che costituirà la base del mondiale Slow Food e del polo gastronomico di Pollenzo.

Farinetti ha poi rilevato da Gancia anche il marchio storico della tenuta, Mirafiore,  oggi interessato da un progetto ad hoc di rilancio con vini di alto profilo e con la valorizzazione di cru del Barolo.

In questo contesto è assolutamente eccezionale l’esperienza del Ristorante Guido, gestito da una famiglia storica di ristoratori delle Langhe – gli Alciati – ospitato nella Villa Reale, dove Vittorio Emanuele e la Bela Rusin dimoravano. Molti arredi originali sono rimasti e si pranza nelle sale che trasudano la storia del nostro Paese.

Tra le tante proposte scelgo le Raviole del Plin, piatto che viene servito in un tovagliolo secondo la tradizione, che inaspettatamente coniuga semplicità ed eleganza, tradizione popolare e gusto. Gli Alciati ne hanno fatto un piatto bandiera. Piero Alciati vi accompagna in un racconto delle tradizioni locali. I vini Mirafiore sono la nuova frontiera  del polo enogastronomico e turistico realizzato da Farinetti e figli.

Si sta a tavola dove pranzavano il re e la Rosina, in un’atmosfera semplice e densa, il pensiero va a Camillo Benso, quel conte di Cavour che risiedeva a pochi chilometri ed era un fiero avversario della Rosina.

E qui arriviamo al libro. Intanto Farinetti ha scritto Serendipity dove ricorda anche un po’ la storia dei prodotti nati per caso tra cui le Raviole del plin. Ma prima di andare a Fontanafredda sarebbe simpatico leggere Il re, il conte e la Rosina di Henry d’Ideville, ambasciatore di Francia, che ricorda aneddoti ed episodi dei rapporti complessi tra la Vercellana Cavour e Vittorio Emanuele.

I piemontesi impararono la lezione del gossip a sangue blu e ripagarono la Francia con la Contessa di Castiglione, ma questa è un’altra storia.