Pompei al rush finale per la direzione dell’area archeologica dotata di autonomia e il rilancio del Grande progetto finanziato dalla Ue anni fa con oltre cento milioni. Circola in queste ore la short list di dieci candidati che la Commissione guidata da Marta Cartabia sta valutando per arrivare alla terna finale da cui verrà individuato il futuro top manager. Grande attesa anche in Vaticano dove si stanno valutando i programmi per il recupero del grande patrimonio immobiliare della cittadina vesuviana oggi in abbandono e degrado, in sinergia con il nuovo corso della Soprintendenza archeologica. E grande attesa anche tra le amministrazioni locali dell’area per il rilancio degli investimenti per fare delle pendici del Vesuvio il punto di riferimento mondiale della promozione culturale come fattore di sviluppo economico.
I nomi circolati per Pompei in queste ore sono tutti di personaggi di prima fila della gestione dei beni culturali: da Giuliano Volpe a Gabriel Zuchtriegel, da Maria Paola Guidobaldi a Renata Picone e Federica Rinaldi, accanto a Francesco Sirano, Pierfrancesco Talamo, Giovanni di Pasquale, Giuseppe Carmelo Parello e Mirella Serlorenzi.
Erano partiti in 44, arriveranno in tre, come detto, allo sprint finale della direzione di quella che si annuncia come l’ammiraglia della rinascita archeologica non solo italiana ma del mondo intero, sotto gli occhi vigili dell’Unione europea e dell’Unesco.
Intanto Massimo Osanna, già soprintendente di Pompei e ora alla guida della direzione musei sta accelerando accordi e progetti, a partire dalla Grande Brera a Milano che, con lo sblocco del progetto per Palazzo Citterio, si annuncia come il laboratorio di riferimento in Italia per la nuova fase di rilancio del poli museali con il dialogo sempre più stretto tra pubblico e privati.