Turismo, appello a Draghi: fate presto o Garavaglia resta solo

Appello al Governo Draghi: fate presto o il neoministro Massimo Garavaglia rischia di restare solo. Il mondo del turismo è in grave emergenza da troppi mesi. Ha pagato un prezzo altissimo alla pandemia con lockdown prolungati. Ogni giorno che passa il conto delle perdite sale di qualche miliardo di euro. Il Governo Draghi ha previsto una delega ad hoc per il turismo con portafoglio, ma il nodo da sciogliere subito riguarda strutture, capitoli di bilancio, poteri e competenze, oltre naturalmente al raccordo con le Regioni che hanno la competenza primaria sul settore turistico. Lo sa bene Gian Marco Centinaio che – da compagno di partito di Garavaglia –  nel primo Governo Conte ha avuto, da ministro delle Politiche agricole, anche la delega per il turismo. Per rendere operativa la delega,  ovvero per far sì che Centinaio – esponente della Lega e manager del turismo di lungo corso – avesse poteri reali in materia c’è voluto quasi un anno di confronto con quello stesso Mibact, presso il quale il turismo era incardinato. E ne sanno qualcosa anche al ministero dei Beni culturali quando si trattò di recepire la delega al turismo dalla Presidenza del Consiglio. Al di là delle semplificazioni che potranno sembrare frettolose e semplicistiche ai più il problema della creazione di una vera struttura operativa non è risolvibile in breve tempo a meno che non venga istituita una task force che metta in piedi il neoministero a passo di carica. Si vocifera di telefonate tra Garavaglia (che è stato assessore leghista per il bilancio della Regione Lombardia) e Centinaio per inquadrare una problematica che anche con l’aiuto delle associazioni il Governo Draghi dovrà affrontare subito e sarà un banco di prova molto importante per dare risposte efficaci al coro di consensi che dagli operatori si è levato in queste ore all’indirizzo di Palazzo Chigi e di Mario Draghi che ha mostrato di voler ascoltare oltremisura le richieste di un settore complesso e molto radicato sul territorio. Il ministro Dario Franceschini, riconfermato al Mibac ed oggi impegnato nella scelta di quello che sarà tra i protagonisti principali della promozione archeologica italiana nel mondo – ovvero il general manager di Pompei – ha di fronte l’impegno a favorire il trasferimento delle deleghe e delle strutture, fermo restando che il coordinamento tra promozione turistica e offerta culturale è assolutamente strategico per l’Italia, così come la valorizzazione dell’immenso patrimonio enogastronomico tanto ricercato da chi si muove per turismo. Il tutto mentre lo scenario internazionale resta improntato alla cautela estrema per la pandemia e i vettori dei trasporti sono esangui.

Fate presto ovvero Facciamo presto, tutti: Governo, ministero, enti locali, operatori, non lasciamoci sfuggire una occasione decisiva. L’Unione europea, l’UnWto, l’Unesco, il Wttc – tanto per citare solo alcuni – guardano all’Italia come il Paese laboratorio della ripartenza del turismo, evitiamo passi falsi.

Di seguito la nota Ansa che riporta le valutazioni degli imprenditori del turismo.

>>>ANSA/ Mondo del turismo esulta per ministero “dedicato”
(di Cinzia Conti) (ANSA) – ROMA, 12 FEB – Hanno evidentemente funzionato i tanti appelli delle ultime ore (dal presidente di Federalberghi Bernabò Bocca al quello di Confturismo Luca Patanè) al premier incaricato Mario Draghi per la formazione di un ministero del turismo con un adeguato portafoglio. Il settore, che prima della crisi del Covid valeva oltre il 13% del pil italiano, impegna il 15% della forza lavoro, contribuisce per 44 miliardi alla bilancia commerciale italiana e registra un valore della produzione di 190 miliardi, è stato massacrato dalla crisi del Covid. Forse per questo si è scelto di creare un ministero dedicato che sarà guidato da Massimo Garavaglia. E il primo a parlare di una “scelta giusta” è proprio colui che in questi mesi come titolare del ministero dei Beni Culturali e del Turismo ha cercato di aiutare, con provvedimenti e ristori, il settore ad attraversare il “deserto” della crisi. Ovvero il ministro Dario Franceschini, che è stato riconfermato alla guida della Cultura e augura un buon lavoro al collega Garavaglia. Cultura e turismo erano tornate assieme nello stesso ministero, il Mibact, a fine 2019 sotto la guida di Franceschini. In precedenza il settore era stato affidato a Gian Marco Centinaio assieme alle Politiche agricole e forestali. “Non mi sembra vero – dice soddisfatto il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca – ed è davvero una notizia da festeggiare. Finalmente, dopo un’attesa di anni, un ministero del turismo dedicato! E poi soprattutto un ministero con portafoglio, non un ministero che taglia i nastri alle inaugurazioni. Un ministero corposo, di contenuti. Eravamo stufi di essere ospitati di qua e di là. L’Italia merita un ministero dedicato” dice Bocca. “Ci voleva il professor Mario Draghi per risolvere con determinazione e lucidità una questione sulla quale ci si arrovellava da decine di anni senza trovare mai la soluzione” dice il presidente di Confturismo Confcommercio Luca Patanè. “Se il buongiorno – aggiunge Patanè – si vede dal mattino, si apre una grande stagione per il turismo, stremato dalla crisi in corso, almeno sotto il profilo istituzionale”. “Finalmente si restituisce al Turismo la dignità e l’importanza che merita. I tempi per il passaggio di consegne ci preoccupano molto però perché la grave crisi del settore richiede soluzioni urgenti e non può attendere” dice Pier Ezhaya, presidente di Astoi Confindustria Viaggi. Anche Fiavet Confcommercio si congratula con Garavaglia per “un ministero atteso da anni dal comparto e che giunge nel momento più difficile della storia del turismo italiano”. “Il futuro del settore – dice il presidente di Assoturismo Confesercenti Vittorio Messina – dipende proprio dalla capacità che avremo di superare la frammentazione territoriale che ne ha caratterizzato finora la gestione. L’auspicio è che ora il ministero diventi operativo in tempi contenuti, e non si ripetano i ritardi di operatività cui siamo stati abituati in passato”. Entusiasta anche la presidente di Federturismo Confindustria Marina Lalli: “Ci auguriamo che questa ‘forzatura’ di voler ricostituire il ministero del turismo, eliminato anni fa con il referendum, sia un segnale di consapevolezza del fatto che il nostro settore è stato proprio schiacciato dalla pandemia”. “Da tempo il settore chiedeva un ministero a se stante: il turismo e il termalismo trainano una grande fetta dell’economia e in un momento di crisi in cui ci troviamo, il nuovo premier Mario Draghi ha dimostrato grande sensibilità” dice ancora Massimo Caputi presidente di Confindustria Federterme. Maria Carmela Colaiacovo, vice presidente dell’Associazione Italiana Confindustria Alberghi, chiede al neo ministro una road map “per uscire dalla crisi e mettere in sicurezza le aziende del settore che sono un potenziale importante anche per la rinascita del Paese”. Il presidente dell’Istituto Demoskopika Raffaele Rio chiede a Garavaglia di convocare “immediatamente Regioni e portatori di interesse per varare un documento strategico unico e condiviso che trasformi in programmazione consapevole le risorse, seppur non ancora sufficienti, presenti nel Next Generation Italia e metta mano alla riforma del settore attraverso un Collegato Turismo alla finanziaria”. (ANSA).