Ventimiglia. Tutti la conoscono, tanti ci sono passati. E per turismo? Forse un po’ meno. Del resto le località top della Liguria sono altre, e la potenza attrattiva della Costa Azzurra francese è tale che alla fine – in quella che scherzando si ricorda come la città più lunga d’Italia – si è sempre impiegato il tempo necessario.
Ora Ventimiglia sta riscoprendo e rilanciando la sua vocazione turistica e punta sulla fascia alta del mercato, sul turismo a cinque stelle. C’è un progetto da oltre 200 milioni di euro della Marina development corporation che ha già affidato a uno studio internazionale progettazioni che cambieranno la capacità di attrazione dell’intera area.
E’ stato poi pubblicato un volume fotografico sulla Marina di Ventimiglia – come si legge in una nota – realizzato da un fotografo siciliano e da uno storico ventimigliese promosso da Marina development corporation. “Sono onorato e contento, si dà ulteriore lustro alla nostra città” ha commentato il sindaco Gaetano Scullino. “Un sentito omaggio alla città, nel cui futuro crediamo fortemente” ha dichiarato Giuseppe Noto, Ceo di Mdc.
Armando Rotoletti è nato a Messina, ha studiato fotografia a Londra, si è dedicato al fotogiornalismo prima di essere protagonista di numerose mostre personali e collettive. Ha esplorato la realtà antropologica di un paese alle pendici dell’Etna, e ha documentato lo straordinario territorio del vulcano.
Mario Ascheri è nato a Ventimiglia ed ha mantenuto un legame profondo con la sua città da cui partì dopo il liceo classico, avviato a una carriera universitaria e professionale che lo vide presto docente di Storia del diritto medievale e moderno, di Storia delle istituzioni politiche, di Istituzioni medievali e Storia del Rinascimento. A Ventimiglia i suoi soggiorni da ‘spantegau’ (emigrato, disperso) sono stati brevi ma continui ed intensi, con seminari di storia dai quali sono nate pubblicazioni e si è consolidato un gruppo di validi cultori di storia.
“Bisogna pensare – ricorda Rotoletti – al passato di questo luogo per capire come mai il nucleo antico di una città di mare abbia trovato la sua dimensione nella sommità di uno sperone di roccia, sospeso tra il mare e la montagna”. “L’occhio del foresto – aggiunge Ascheri – vede quel che la routine mette in ombra per i residenti”.