Argiolas festeggia le 30 vendemmie del Turriga, vino emblema. Un anniversario – si legge in una nota – che la Cantina di Serdiana, nell’entroterra cagliaritano, ha voluto celebrare coinvolgendo lo studio creativo Pretziada. Ideata da Argiolas, sviluppata e curata da Pretziada, DIALOGO ADAGIO è una mostra che rappresenta un omaggio artistico al processo di creazione di Turriga, interpretato da opere inedite, che esprimono l’eccellenza artigianale dell’Isola in diverse discipline. La mostra è stata allestita presso la cantina Argiolas fino al 30 settembre.
Turriga, il gioiello di casa Argiolas, è un vino sardo al 100%: un blend di quattro vitigni autoctoni – Cannonau, Carignano, Bovale Sardo, Malvasia Nera – vinificati autonomamente e poi uniti per dare vita al potenziale vinicolo sardo, grazie al contributo del celebre enologo Giacomo
Tachis. La base di Cannonau dona struttura, Carignano rotondità e pienezza, Bovale la ricchezza di frutto, Malvasia la carica tannica. Turriga è dunque una sintesi profonda di cultura sarda.
“L’idea del progetto nasce dalla volontà di raccontare questo anniversario attraverso il vino come fonte di ispirazione per l’artigianato sardo. L’elemento vino che si trasforma in altro è ancora una volta in grado di raccontare la profonda essenza della Sardegna attraverso oggetti legati alla tradizione ma in grado di essere internazionali. Il lavoro di Pretziada ci ha impressionato da subito per le affinità importanti con la nostra idea di Sardegna. Il loro lavoro sta contribuendo a salvare l’artigianato sardo e a renderlo contemporaneo” ha sottolineato Valentina Argiolas.
“Sia Argiolas che Pretziada sono basati in Sardegna ed entrambe le realtà lavorano intensamente alla creazione di nuove opportunità per poter condividere il patrimonio ricco e unico dell’isola con il resto del mondo. E’ un atto di amore, politico e folle, ogni sforzo contiene anche un tocco di speranza. Non è un’azione che si fa pensando al presente. Abbiamo visto un’affinità con Argiolas per come guarda contemporaneamente al suo passato e al suo futuro. Esistono da generazioni, con l’obiettivo continuo di superarsi. L’abbiamo trovato di grande ispirazione” ha spiegato Kyre Chenven (Pretziada).
E veniamo al progetto in dettaglio. Le opere e gli artisti.
Ceramica di Maria Paola Piras: ispirata all’antico vaso nuragico denominato s’Askoide, utilizzato in origine per conservare liquidi e vino. La sua versione contemporanea mantiene la tradizionale forma dell’originale, giocando al contempo con le proporzioni e aumentando le dimensioni dell’ansa. L’artista ha utilizzato una miscela di argilla con proporzioni variabili di terreno dai vigneti di Sa Tanca, Is Solinas & Sisini, che producono l’uvaggio per il Turriga. Ogni vaso ha una finitura unica che fa riferimento ai materiali primari del progetto: uno ricoperto di terra, l’altro macchiato
di cenere di legno e l’ultimo tinto di vino.
Utensili di Karmine Piras: intagliate da singoli pezzi di vecchio legno di vite, queste opere offrono un contrasto tra la mano dello scultore e il materiale naturale. Modellati secondo i cucchiai agricoli sovradimensionati che costituivano utensili quotidiani nella Sardegna pastorale, combinano dettagli intagliati a mano con la forma spontanea dei rami di vite contorti. Oggi, sa muriga, come questi oggetti vengono chiamati, sono diventati delle reliquie culturali, mentre questi particolari vigneti hanno perso la loro produttività. Questi manufatti sono evidenza dell’utilità secondaria della vite, l’utilità della bellezza e della forma, e sono un omaggio ai rami grezzi e nodosi da cui provengono.
Arazzo di Mariantonia Urru: una delle fasi più importanti della produzione di uva da vino è la sagomatura e la potatura di ogni pianta. Ogni pianta richiede attenta osservazione al fine di preservare il delicato equilibrio tra la quantità e la qualità della resa. Questo arazzo rappresenta il contrasto tra la forma controllata dei rami e delle viti e il caos selvaggio che si cela sottoterra,
nell’interazione tra le radici e il suolo. E’ tessuto con lana sarda, tinta con i quattro diversi vini usati nella produzione del Turriga: il rosa del Cannonau, il cremisi del Bovale, il rosso rubino del Carignano e il granato della Malvasia Nera. Curiosamente, pibiones, il nome in lingua sarda della tecnica utilizzata per creare questo arazzo, significa acino.
Cianotipia & incisione di Martina Silli: influenzata dalla struttura e dall’aspetto rugoso della pianta della vite, Martina Silli ha creato una serie di tre incisioni che rappresentano graficamente i vari elementi che contribuiscono alla creazione del vino. Le sue incisioni ricordano
dolci colline e valli, radici che si trasformano in rami, i microcosmi che popolano la variegata terra. Una volta effettuate le incisioni, l’artista le ha sovrapposte su uno sfondo realizzato utilizzando le radici di una giovane vite per creare una cianotipia, una tecnica in cui l’esposizione prolungata al sole colora alcune aree di un foglio di carta, creando una rappresentazione imperfetta e naturale della pianta che mantiene il suo mistero.
Video diretto da Roberto Ortu, direttore della fotografia Francesco Piras: un’indagine sulla relazione specifica tra l’uomo e la natura che si crea attraverso il processo di vinificazione. Il video
Dialogo Adagio segue la famiglia Argiolas, i loro territori e la metodologia. Si concentra sugli elementi della natura che sono specifici del paesaggio sardo, così come gli spazi storici all’interno della cantina, con una prospettiva che si sposta tra il quotidiano e l’onirico.
Installazione realizzata con la terra cruda di Matteo Brioni: nel cuore della cantina Argiolas c’è un tunnel che porta i visitatori dagli impianti di imbottigliamento alla stanza dove,
circondati da botti di vino in invecchiamento, si siederanno per la degustazione. Trasformato con un rivestimento di intonaco di terra cruda, ora si erge come un’installazione permanente e immersiva dedicata all’elemento più primario della viticoltura – la terra. All’interno di questo tunnel-scultura sono ospitate delle campionature di terre provenienti da ogni vigneto degli Argiolas come preziose testimonianze.