Le celebrazioni della Grande Guerra hanno offerto numerose e diversificate opportunità di carattere turistico e di approfondimento culturale. Numerose le località alpine interessate con la ristrutturazione valorizzazione di fortificazioni altrimenti dimenticate. Fortificazioni non solo sul fronte più direttamente interessato, a Nord Est, ma anche con la neutrale Confederazione Elvetica, la Linea Cadorna. A Nord Est è stata anche istituita una Borsa per il turismo militare e le celebrazioni della Grande Guerra. La Borsa con sede a Gorizia ha alimentato un flusso importante di turisti interessati su base transfrontaliera, accomunati dall’interesse per un evento così importante per la storia d’Europa e per i valori fondanti della pace e della democrazia. Un ruolo chiave è stato giocato da migliaia a migliaia di studenti coinvolti nelle svariate iniziative grazie anche ai progetti svolti dalle scuole di tutta Italia. Una iniziativa particolare, che ha legato conoscenza storica, approfondimento culturale e difesa della memoria è stata promossa a Milano, dallo storico Liceo classico Parini di Milano. Come si legge in una nota dell’Istituto scolastico tra i più antichi d’Italia, all’inizio di novembre è stata inaugurata una mostra sulla memoria degli studenti pariniani caduti nella Prima guerra mondiale, la Grande Guerra. La mostra ha ricostruito non solo le figure dei pariniani morti, ma anche i modi e le forme in cui ne è stata conservata la memoria nei decenni successivi, dal lutto privato delle famiglie al “culto dei caduti” in epoca successiva. A questo scopo sono esposti documenti depositati nell’archivio storico del Liceo (registri delle iscrizioni, circolari e lettere) e libri, pubblicati durante il conflitto o nell’immediato dopoguerra (atlanti delle zone di guerra, celebrazioni di caduti, il Libro d’oro dei caduti delle scuole lombarde, curato nel 1931 proprio dal Liceo Parini, ecc.), e conservati nella biblioteca dell’istituto. Particolare rilievo viene dato ad alcuni personaggi, quali Giuseppe Caimi, giocatore dell’Inter, Enrico Gadda, fratello dello scrittore Carlo Emilio, e Roberto Sarfatti, figlio di Margherita, amica e biografa di Mussolini: nato nel 1900, fu il più giovane volontario d’Italia. Nel microcosmo della guerra dei pariniani (furono ben settantaquattro i caduti) è possibile così ritrovare un’efficace sintesi dei temi caratterizzanti la Grande Guerra. La tragica verità della guerra emerge non solo dai documenti storici, ma anche dalle opere di due pariniani che vi parteciparono e che sopravvissero: il pittore Aldo Carpi e il poeta Clemente Rebora. Carpi nel 1915 si trovava in Albania, ed ha testimoniato nei suoi disegni la tragica ritirata degli sconfitti soldati serbi che trascinavano con loro i prigionieri austriaci, gli uni e gli altri tormentati e falcidiati dalla fame e dalla fatica, uniti nelle medesime umane sofferenze – impressionante anticipazione delle celebri immagini del lager di Gusen che lo stesso Carpi, qui internato dai nazisti, avrebbe eseguito trent’anni dopo; Rebora nelle sue lettere e liriche ancor meglio ha messo in luce, dando espressione alla sua esperienza della trincea, l’assurdità devastante della guerra; Carlo Emilio Gadda, nel suo diario di guerra e di prigionia, esercita il suo lucido sguardo critico su se stesso e sulle vicende che sta vivendo. Il percorso espositivo si snoda nello storico edificio del Liceo Parini di Milano ed è stato reso possibile da un anno di ricerche degli studenti dell’Istituto (la visita deve essere prenotata telefonando allo 026551278 (Fax 026599598) o scrivendo a info@liceoparini.it).
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