Siamo tutti contenti per le sei belle domus pompeiane appena restaurate. Siamo perplessi invece sulla querelle che riguarda la nuova e avveniristica stazione ferroviaria da 35 milioni di investimento per la promozione dell’area archeologica più popolare al mondo; mi piace ricordare sempre che l’archeologia moderna rinasce circa tre secoli fa proprio tra Ercolano e Pompei, alle falde del Vesuvio. La nuova stazione era stata annunciata poco tempo fa ma il Comune di Pompei – che ospita tra l’altro anche un importantissimo polo di turismo religioso, tra i più frequentati in Europa – si è messo di traverso. Niente stazione, mai e poi mai. Cosa pensare? L’impegno finanziario è importante, 35 milioni e forse anche di più a conti fatti, in circa tre anni tra progettazione e realizzazione, secondo le previsioni del piano di massima fatto dalle Ferrovie. La nuova stazione dovrebbe essere il cardine dell’operazione “Buffer zone”, ossia del rilancio dell’ampia area che gravita intorno agli Scavi di Pompei. Mi sono chiesto in questi giorni cosa avrebbe pensato di questo progetto Amedeo Maiuri ovvero l’archeologo pompeiano più noto nel mondo. E cosa avrebbe aggiunto Olga Elia, direttrice degli Scavi per diversi anni? Insigni studiosi con grandi doti organizzative ai quali stavano a cuore la ricerca, le antichità e la divulgazione qualificata. Certo gli Scavi di Pompei sono raggiungibilissimi. Una stazione della Circumvesuviana si trova davanti all’ingresso principale, basta attraversare la strada, e la linea è diretta con Napoli. E’ stato anche realizzato un supertreno turistico a 5 stelle tra Napoli, Pompei e Sorrento per ovviare al fatto che il servizio lascia a desiderare. C’è un’altra stazione della Circumvesuviana a Pompei sulla linea tra Napoli e Poggiomarino. C’è poi la stazione ferroviaria sulla linea Napoli-Salerno, a poche centinaia di metri dall’ingresso dell’Anfiteatro pompeiano. L’uscita dell’autostrada Napoli-Salerno si trova a pochi metri dagli Scavi. Del resto il grosso dei turisti a Pompei arriva su gomma e in grandi gruppi organizzati. Restano però alcuni punti su cui riflettere. A Pompei si concentra il grosso del flusso turistico. Ercolano, un sito spettacolare, è molto molto meno affollata. Gli scavi di Castellammare di Stabia – bellissimi e in una posizione incantevole – sono del tutto ignorati. A Torre Annunziata-Oplonti vanno poche decine di migliaia di persone (solo nella villa A, perchè la villa B non è ancora visitabile liberamente). Pochi conoscono l’importantissimo sito di Boscoreale. Insomma, se ci blocchiamo sulla maxi-stazione, possiamo permetterci di continuare a non promuovere tutto il resto? Cominciamo a promuovere bene tutti i siti archeologici. Miglioriamo seriamente i servizi ferroviari che ci sono. Sfruttiamo immobili e aree industriali dismesse. La Difesa prenda una decisione chiara sulla Reale fabbrica d’armi di Torre Annunziata. E magari facciamo anche un pensiero a tutti quegli insediamenti antichi dell’area vesuviana e pompeana che, una volta individuati e sondati, sono stati ricoperti di nuovo di terreno perchè se ne riteneva impossibile la gestione. Per sviluppare i flussi turistici basta poco, se si spende bene. E l’efficienza della spesa e la bontà dei risultati sono le precondizioni per l’accelerazione degli investimenti. Vogliamo forse rischiare l’ennesima brutta figura davanti al mondo?
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