Sarà Eva Degli’Innocenti in persona, neodirettrice del Museo archeologico di Taranto, a portare a New York i preziosi reperti che faranno parte dell’esposizione di punta del Metropolitan di New York, dedicata alla cultura ellenistica. Si celebrano Pergamo e la civilizzazione di Alessandro Magno nell’anno in cui in Grecia – e nella Penisola Calcidica in particolare – ricordano Aristotele. I tesori di Taranto – metope di straordinaria bellezza e importanza per la storia della cultura – saranno dunque con il Met sulla Quinta strada della Grande Mela dal 18 aprile al 17 di luglio. Una vetrina eccezionale per la civilizzazione della Magna Grecia di cui Taranto è uno dei siti più importanti. E dal Metropolitan si sottolinea a chiare lettere che si tratta della prima volta per gli Stati Uniti, la prima grane esposizioen dedicata all’Ellenismo, a pergamo e ad Alessandro Magno, cui partecipa, come detto, anche l’Italia. Vari sponsor per questo evento eccezionale: Stavros Niarchos Foundation, Betsy and Edward Cohen – Areté Foundation, cui si aggiungono Dorothy e Lewis B. Cullman, Renée Belfer, Diane Carol Brandt, Gilbert and Ildiko Butler, Mary and Michael Jaharis e The Vlachos Family Fund, Federal Council on the Arts and the Humanities. Per il catalogo sono scesi in campo The Andrew W. Mellon Foundation, James e Mary Hyde Ottaway, Mary e Michael Jaharis e Jenny Boondas Fund. Nonsolo una mostra ma un evento-laboratorio per l’industria turistico-culturale. Intanto, il museo Marta di Taranto fa scuola sotto la guida della Degl’Innocenti. Il Museo archeologico nazionale ha infatti promosso un vasto programma di alternanza scuola-lavoro in un’area a fortissima vocazione turistico-culturale. I primi ragazzi arrivano il 5 aprile per laboratori hi-tech di cultura dei servizi museali. Via ad accordi con licei, istituti turistici e tecnici. Nella falsariga dei protocolli d’intesa tra Miur e Mibact del 2014 che sanno via via trovando applicazione nell’ambito dell’alternanza scuola-lavoro. Insomma Taranto ancora una volta città laboratorio, stavolta per la cultura.