Formazione: Carlo Cracco si ispira a Paul Bocuse e lancia con il Miur la riforma dell’Istituto alberghiero

La nota Ansa sulla riforma della formazione alberghiera rilanciata dallo chef Carlo Cracco. In Francia uno dei modelli è quello promosso dallo chef Paul Bocuse che lega l’alta formazione per cucina e ospitalità. Anche Alain Ducasse, altro grande chef e imprenditore francese sta sviluppando esperienze di alta formazione in questa direzione.

L’Alberghiero così com’è non va; serve una integrazione nella formazione dei ragazzi che stanno per
affacciarsi nel lavoro della ristorazione. A dirlo è lo chef Carlo Cracco, intervenuto al primo congresso degli “Ambasciatori
del Gusto” in qualità di consigliere dell’associazione italiana presieduta da Cristina Bowerman. ”Partiamo da un approccio
diverso – ha detto lo chef del “Ristorante Cracco” – che cercheremo di condividere col Miur. Un modello che crei qualcosa
di nuovo per la formazione degli studenti dell’Alberghiero, con cinque moduli di eccellenza sia per quanto riguarda la cucina
che la sala. Sono coinvolto in prima persona, come lo sono già da ora i fratelli Serva, Stabile, Caputo e Marco Reitano per la
sala. Ognuno di noi cercherà di ‘abbracciare’ un Istituto Alberghiero vicino, per far capire l’importanza della formazione
che si fa sul campo, con gesti precisi, senza confusioni di ruoli. L’obiettivo è crescere nella professionalità, e alla finale nazionale del Bocuse d’Or, abbiamo avuto la prova dei progressi fatti dai nostri giovani. Io partecipai un secolo fa a questa competizione ma il livello raggiunto dai ragazzi è altissima. Ora bisogna vincere la competizione europea a giugno
a Torino, ma la passione e il sacrificio dei quattro candidati in gara è stata encomiabile. Facciamo un salto di qualità per
vincere nel mondo”. L’invito sembra raccolto dalla ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli che in un messaggio ha
sottolineato come “educare le giovani e i giovani alla conoscenza del proprio patrimonio identitario e allo stesso
tempo a sani e corretti stili di vita è un importante esempio di cittadinanza attiva, perché è un investimento sul futuro del
Paese”. (ANSA)