Firenze e Venezia sono i capoluoghi dove il confronto sul riassetto del centro storico è più avanzato. Firenze in particolare è nella fase esecutiva con i nuovi regolamenti su commercio e somministrazione, e quindi indirettamente sulla movida, che mirano a evitare il proliferare di micro-esercizi senza garanzie per il pubblico, previsto anche un giro di vite sui debora, mentre non si parla più dell’obbligo di vendita di una quota maggioritaria di prodotti tipici toscani. Il Governo viene in contro ridando per decreto in questi giorni più poteri ai sindaci per disciplinare il commercio e quindi razionalizzare l’offerta nelle aree Unesco, in questo caso. Venezia intanto rilancia il confronto sugli schemi urbanistici. L’obiettivo è di governare il proliferare degli esercizi turistici, garantire risorse aggiuntive al Comune con le urbanizzazioni e rivedere lo sviluppo delle aree. Non trascurabile il fatto che si valutino progetti e obiettivi urbanistici anche a Chioggia e Murano. Le iniziative di Firenze e Venezia si inseriscono poi in un momento in cui si discute del riassetto urbanistico più complessivo delle aree Unesco in Italia è più in generale dei centri storici e delle aree contigue a poli artistico-culturali. Probabile che in prospettiva per il popolo delle bancarelle si aprano nuove prospettive. Anche perchè è da capire l’impatto delle indicazioni UE sulle gare per il commercio in aree pubbliche, che rivendicano apertura alla concorrenza. Di pari passo il confronto in varie città sul nodo movida serale. Ai comitati di cittadini che chiedono regole e limiti – c’è stato anche un summit europeo a Parigi nei giorni scorsi – si stanno aggiungendo iniziative di segno contrario, organizzazioni di cittadini che chiedono più musica e divertimento a tarda ora. Prefetti e Comuni sono chiamati a decisioni importanti nelle aree in cui si concentra il divertimento estivo, e non solo. Un punto chiave è che la movida è un fattore rilevante di richiamo per il turismo. Schiamazzi e degrado no, ma mortorio neppure. Un modello di riferimento flessibile e funzionale sarebbe opportuno.
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