Parco dello Stelvio a pagamento, caccia ai fondi per il turismo a Trento e Bolzano. Quale ruolo per l’Enit?

Sta partendo in questi giorni la nuova organizzazione del mega-parco naturale dello Stelvio, uno dei più grandi e belli del mondo, per ricchezza ambientale, estensione e biodiversità. È già si parla ovviamente di risorse e dell’introduzione di itinerari a pagamento per finanziare progetti e servizi. La tutela dell’ambiente costa, è indubbio, così come la promozione sui mercati nazionali e soprattutto internazionali. L’industria turistica ha peraltro un orizzonte ormai globalizzato. Il riassetto dello Stelvio si collega ai progetti che interessano le aree Unesco delle Dolomiti, le aree naturali confinanti italiane ed estere, il progetto di portare sotto l’egida del Patrimonio dell’Umanità il polo del Lago di Garda, il rilancio del Sebino con l’operazione Christo. Insomma, nei prossimi anni serviranno risorse importanti in questa parte d’Italia tra Lombardia, Trento e Bolzano. La Lombardia ha messo in piedi con Explora il suo polo creativo e promozionale in ambito turistico rilanciando la società costituita a su tempo per avere un ruolo chiave nell’ambito di Expo. Oggi la Lombardia fa da sè con un budget di circa 50/60 milioni. Le due Province autonome di Trento e Bolzano stanno riorganizzando la governance turistica, da aree laboratorio quali sono da tempo. I nodi sono quelli delle risorse, della tassazione e degli enti territoriali. Trento in particolare punta a recuperare più fondi con la tassa di soggiorno e con i contributi a posto letto (si parla di 25 euro) per le case vacanza. Ma la governance è frammentata. Probabilmente servirebbe una struttura unica a questo punto che amministri budget consistenti e sappia anche raccordarsi in maniera funzionale con le strategie (e i risultati) di Bolzano. In tutto questo il pensiero va all’Enit, l’ente di promozione nazionale che sta muovendo i primi passi dopo la riorganizzazione e di cui si parla spesso in questo periodo per le interrogazioni da parte di parlamentari che chiedono notizie su manager e progetti. Un elemento fa riflettere: da Bruxelles ad esempio lodano molto il dinamismo dei territori italiani, ovvero regioni ed enti locali che si sono mobilitati. Del resto in questi anni il locali o a sopperito all’assenza o debolezza della dimensione nazionale.Dunque o l’Enit fa un salto di qualità e riesce ad essere polo di coordinamento vero a livello italiano oppure è lecito chiedersi che ruolo potrà avere di fronte a territori che fanno da sè e che hanno immagine e proposte sempre più forti e articolate sul piano organizzativo e commerciale.