Cultura e turismo binomio forte per la Puglia. Archiviata la fine della corsa di Bari e Taranto per un progetto di sistema pugliese candidato alla capitale italiana della cultura 2022 – il Mibact ha scelto Procida – si volta pagina. I pugliesi sono pragmatici e operativi e così si è rimessa in moto la macchina sotto l’egida delle amministrazioni comunali di Bari (il sindaco Decaro, che di solito si assume tutte le colpe come recita una canzone, è anche presidente Anci) e Taranto. Del resto le due città avevano già detto che il progetto non si sarebbe arrestato di fronte al verdetto Mibact. E così – sotto l’attenta vigilanza della Regione guidata da Michele Emiliano (già sindaco sceriffo di Bari) si comincia a pensare al dopo. L’avvocato Renato Grelle, definito vicino all’area vendoliana (ricordiamo che l’ex governatore pugliese Niki Vendola fu protagonista della via pugliese al turismo diffuso come fattore di crescita economica del territorio) è stato nominato commissario di Pugliapromozione. L’ex ministro Massimo Bray e il barese Nicola Lagioia intanto parlano di libri. E si discute di portare a Bari il Salone del Libro. Lagioia – tra i principali scrittori italiani – ha avuto il compito di rilanciare lo storico Salone di Torino. Una edizione barese sarebbe un evento importante. C’è il grande contenitore della Fiera del Levante, quasi a un tiro di schioppo da Via Dante, nel centro murattiano, dove la città di Bari a conti fatti non è stata troppo riconoscente con la memoria storica della casa editrice Laterza e dell’opera imperitura di Benedetto Croce.
Un Salone del libro di spessore internazionale sarebbe poi il riferimento ideale per una operazione di sistema e di filiera per il ricco bacino culturale e produttivo pugliese a cominciare dal raccordo con Taranto. Ricordo che tra pochi giorni tornerà alla ribalta televisiva il centro storico di Monopoli grazie alla serie delle indagini di Lolita Lobosco su Rai Uno.