Le Grandi famiglie europee del vino Pfv premiano Maison Bernard di Bruxelles

Grande appuntamento a Bruxelles. Vino, cultura e impresa familiare: le Grandi famiglie internazionali del vino premiano le imprese familiari storiche. Primum Familiae Vini (www.pfv.org) è  l’associazione di dodici famiglie europee produttrici di vino – come si legge in una nota – in alcune delle regioni vitivinicole più vocate al mondo, ed ha annunciato che a breve sarà assegnato il Premio 2022. Concorrono a questo riconoscimento tutte le aziende di proprietà familiare di ogni Paese e operanti in una qualsiasi area d’impresa. Il Premio Pfv intende infatti incoraggiare la continuità familiare, l’eccellenza artigianale, la sostenibilità e il passaggio virtuoso di responsabilità da una generazione all’altra.

Pfv rappresenta le profonde radici artigiane di aziende familiari votate alla qualità dei loro vini, tutte con una lunga storia fatta di dedizione verso le rispettive terre di origine. Il Premio 2021 di centomila euro è stato assegnato alla Maison Bernard di Bruxelles, tra i più antichi laboratori di liuteria d’Europa, che fa capo a Jan Strick. La premiazione è avvenuta nei dintorni di Bruxelles presso l’Atelier di Sophie Cauvin. 

Fondata nel 1992, Primum Familiae Vini è un’organizzazione su invito formata da dodici dei produttori di vino più storici e apprezzati al mondo. Le dodici famiglie del Pfv sono: Marchesi Antinori (Toscana), Baron Philippe de Rothschild (Bordeaux), Joseph Drouhin (Borgogna), Domaine Clarence Dillon (Bordeaux), Egon Müller Scharzhof (Mosel), Famille Hugel (Alsazia), Pol Roger (Champagne), Famille Perrin (Valle del Rodano), Symington Family Estates (Portogallo), Tenuta San Guido (Toscana), Familia Torres (Spagna) e Vega Sicilia (Ribera del Duero).

L’obiettivo del Pfv è di incoraggiare altre aziende familiari a continuare la loro crescita individuale e indipendente e di dimostrare che un’impresa familiare può essere un potente strumento per rispondere alle sfide sociali e ambientali dei nostri tempi.

Alessia Antinori, membro del Pfv, commenta: “Noi famiglie del Pfv crediamo che le imprese familiari siano il fondamento delle economie nazionali e internazionali. Le migliori aziende familiari dimostrano sempre un profondo impegno verso lo sviluppo sostenibile e l’ambiente. Le imprese familiari dovrebbero sempre interpretare i migliori valori di responsabilità sociale nonché il volto più umano della libera impresa, specialmente in un momento in cui globalizzazione e un’uniformità alquanto deprimente sono diventati sempre più prevalenti”.

Le candidature per il Premio Pfv sono state presentate su www.thepfvprize.com.

La short list dei candidati al Premio Pfv 2022, composta da cinque aziende familiari, sarà svelata a gennaio 2022 mentre il vincitore del Premio Pfv sarà annunciato a marzo 2022.

La giuria incaricata di selezionare la short list dei candidati Pfv e il Premio Pfv sarà composta da un membro di ognuna delle dodici famiglie del vino appartenenti all’associazione:

• Priscilla Incisa della Rocchetta – Tenuta San Guido, Italia – Fondata nel 1840

• Alessia Antinori – Marchesi Antinori, Italia – Fondata nel 1385

• Egon Müller – Egon Müller Scharzhof, Germania – Fondata nel 1797

• Prince Robert of Luxembourg – Domaine Clarence Dillon, Francia – Fondata nel 1935

• Matthieu Perrin – Famille Perrin, Francia – Fondata nel 1909

• Paul Symington – Symington Family Estates, Portogallo – Fondata nel 1882

• Frédéric Drouhin – Maison Joseph Drouhin, Francia – Fondata nel 1880

• Miguel Torres Maczassek – Familia Torres, Spagna – Fondata nel 1870

• Jean-Frédéric Hugel – Famille Hugel, Francia – Fondata nel 1639

• Pablo Álvarez – Vega Sicilia, Spagna – Fondata nel 1864

• Philippe Sereys de Rothschild – Baron Philippe de Rothschild, Francia – Fondata nel 1853

• Hubert de Billy – Champagne Pol Roger, Francia – Fondata nel 1849 

La giuria sarà supportata da Christophe Brunet, segretario generale del Pfv.

Così Paul Symington della Symington Family Estates (Portogallo) ha sintetizzato nell’incontro di Bruxelles i valori del Premio Pfv:

“Indubbiamente la sfida più grande che stiamo affrontando ora è il clima. Il vino è come il canarino in una miniera di carbone: temperature elevate e cambiamenti meteorologici nei nostri vigneti potrebbero essere devastanti. Non voglio pensare che i miei nipoti debbano conoscere un Douro differente da quello in cui sono cresciuto io. Dobbiamo fare tutto il possibile per limitare l’impatto ed evitare ulteriori danni. Uno dei nostri membri – Miguel Torres – è stato l’eccezionale leader mondiale nel settore vinicolo per questa campagna fondamentale”.

“È per questi motivi che nel 2020 abbiamo creato il Premio Pfv “La famiglia è sostenibilità”. Il nostro obiettivo è semplice: incoraggiare esemplari imprese familiari di tutto il mondo. Le aziende familiari sono il fondamento sostenibile di economie locali e regionali e le migliori sostengono l’individualità, una visione a lungo termine e un profondo impegno per la qualità di quello che producono, per il loro personale e i loro clienti. Le buone aziende familiari personificano il meglio della responsabilità sociale e un’interpretazione più umana della libera impresa”.

“Vorrei citare due dati presi dal rapporto McKinsey che sono indicativi dei concetti che sto esprimendo: l’85% del Pil globale è generato da imprese familiari, ma solo il 16% di aziende familiari sopravvive alla seconda generazione. Questo dimostra chiaramente che le aziende familiari sono fondamentali per le nostre economie nazionali, ma molte non riescono a compiere la transizione ai loro figli. Soprattutto per un’incapacità di adattarsi, opportunità mancate, autocompiacimento, una successione improvvisata e – peggio di tutti – conflitti familiari. Ci sono molte trappole e pericoli sulla lunga strada che stiamo percorrendo.

Nelle nostre regioni vediamo molte aziende vinicole familiari scomparire nel tempo. Questo è triste e spesso passa quasi inosservato, a parte talvolta la pubblicizzazione del prezzo. Ma la perdita è significativa: una tradizione familiare è sparita, e con lei il ricordo di persone che sono state vicine al terreno, che hanno una conoscenza generazionale dei vigneti e della vinificazione, e che saranno sostituite da esperti aziendali. I nuovi manager sono validi e possono produrre ottimi vini, ma qualcosa di molto speciale è andato perduto, e l’anima dell’azienda e i suoi vini sono stati intaccati. L’unicità dei nostri vigneti – e lo speciale tocco familiare – ha un profondo impatto sui vini che produciamo”.