Top wine, Ornellaia rilancia il bianco Poggio alle Gazze e crea una rete di 9 chef ambassador della cucina di mare

Ornellaia lancia un nuovo progetto internazionale. Il rilancio e lo sviluppo di Poggio alle Gazze dell’Ornellaia. Si tratta di un bianco destinato a far riflettere sui luoghi comuni dell’area di Bolgheri, dove ha sede appunto Ornellaia.  In Toscana viene comunemente dato per scontato che il vino sia per definizione rosso. “Eppure – spiega Axel Heinz, direttore della tenuta – attraverso una chiara visione, una paziente ricerca sui suoli e sulle esposizioni vocate, un’opportuna scelta dei vitigni da impiantare e il costante impegno nel coltivare le viti con cura e attenzione, siamo sicuri che sia possibile esprimere il Genius loci di questo territorio unico anche nel colore giallo paglierino dei nostri vini bianchi”.

E così Ornellaia ha scelto la cornice green dell’iconico Hotel Cipriani di Venezia – gruppo Belmond – affacciato sulle acque della laguna, per presentare un evento eccezionale  per la Maison di Bolgheri che fa capo al gruppo Frescobaldi. Parliamo della prima verticale di cinque annate di Poggio alle Gazze, dal 2016 al 2020. Al tempo stesso è stato presentato un progetto editoriale – le Conversazioni in riva al mare – che accompagna l’operazione Poggio alle Gazze.

L’uscita dell’annata 2020 si accompagna, ancora, al progetto Ambasciatori di Poggio alle Gazze. Un progetto dedicato al Mar Mediterraneo e alle eccellenze italiane. Gli ambasciatori, provenienti da tutta la penisola e non solo, scelti per la loro creatività e per la qualità della loro cucina, hanno dato vita ad altrettanti piatti che dialogano con Poggio alle Gazze dell’Ornellaia. Gli chef coinvolti in questa edizione del progetto sono Daniele e Andrea Zazzeri, La Pineta a Marina di Bibbona, Gennaro Esposito, La Torre del Saracino a Vico Equense, Andrea Migliaccio e Salvatore Elefante, Il Riccio a Capri, Emanuele Riccobono, Ristorante Zagara a Sciacca, Pietro d’Agostino, La Capinera a Taormina, Enzo Florio, Da Tuccino a Polignano a Mare, Roberto Gatto, Cip’s Club a Venezia, Domenico Soranno, Langosteria a Paraggi e infine Antonio Colaianni, Ristorante Ornellaia a Zurigo. Nei piatti studiati ad hoc e in Poggio alle Gazze dell’Ornellaia si ritrovano la salinità del mare e il legame con una terra sapida e ricca di valore.

La verticale del Cipriani è stata guidata da Olga Fusari (nella foto) enologa di Ornellaia e del progetto Poggio alle Gazze. In abbinata una delle ricette del progetto delle Conversazioni in riva al mare, ovvero il Risotto scampi e fiori di zucca dello chef Gatto del Cipriani.

Molteplici i vini a comporre il mosaico di Poggio alle Gazze in un progetto che si potrebbe definire a geometria variabile e che cambia di annata in annata a seconda della resa dei vini a distanza dalla vendemmia. Resa condizionata come sappiamo dai molteplici fattori climatici del momento. A legare le varie annate il filo conduttore del Sauvignon blanc  che dall’80% del 2016 scenda al 69% del 2020. Emerge dunque l’intenzione di realizzare non un prodotto standard ma un vino che asseconda l’evolvere della natura, sotto l’egida dello stile e dell’eleganza. Nel 2020 al Sauvignon blanc si accompagnano Vermentino (22%), Viognier (5%) e Verdicchio (4%).

Nel Poggio alle Gazze 2019 il Viognier non è presente, così come nell’annata 2018 non c’è il Verdicchio. Tutti e quattro i vini si ritrovano nel 2017 (in proporzioni ovviamente diverse dal 202o a causa delle diversa condizioni climatiche e quindi di vendemmia) mentre nel 2016 non c’era Verdicchio a fronte di un Sauvignon blanc all’80%.

Poggio alle Gazze è un Toscana Igt bianco con varie sfumature di personalità tutte votate alla longevità ma con una marcata persistenza di franca freschezza aromatica e salina.

Nel presentare gli chef ambassador e la visione di fondo del progetto di Poggio alle Gazze e delle Conversazioni in riva al mare, Heinz sottolinea a chiare lettere la strategia enologica: “Giusta combinazione di vitigni mediterranei e atlantici” ovvero “la chiave per esprimere il sottile equilibrio tra generosità solare del clima e gli elementi freschi, la brezza marina, e i terreni profondi, ricchi di argilla e calcare, capaci di donare ai vini una vena acida e sapida, quasi salina, che ricorda il mare vicino. La vinificazione e l’affinamento devono a loro volta assecondare questo equilibrio senza stravolgerlo, arricchire la trama senza appesantire, preservando integrala brillantezza ee la raffinatezza dei profumi. Come tutti i vini di Ornellaia, anche i bianchi devono sostenere e superare la prova del tempo. Solo l’invecchiamento in bottiglia è capace di rivelare pienamente l’anima profonda”.